Iniziata il 21 ottobre 2023 e si concluderà il 17 marzo 2024 presso il Museo Storico della Fanteria a Roma, sito in Piazza Santa Croce in Gerusalemme 9 all’ Esquilino la mostra monografica di Andy Warhol intitolata “Universo Warhol”.
170 opere che ripercorrono la storia della carriera artistica dell’eclettico sperimentalista del XX secolo, che ha saputo rappresentare in modo geniale il mondo consumistico dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta americano, facendo del business, dei prodotti commerciali e delle immagini pubblicitarie allora tanto diffuse delle vere e proprie forme d’arte.
The souper Dress di Andy Warhol
Il percorso espositivo
La mostra si articola secondo un percorso tematico in cui è esposta una grande varietà di materiale diviso per decenni: dai grafici delle Rock Star degli anni Quaranta alla chitarra con firma autografa dei Rolling Stones, dalle copertine di vinili e riviste del tempo come quella di “Interview” firmata a mano dall’artista; dal catalogo della Tate Gallery del 1971 alle serigrafie dei personaggi del mondo dello spettacolo; dalle porcellane di oro massiccio alle famose fotografie delle macchine Polaroid, ai manifesti pubblicitari dei film dell’epoca, fino ai lavori più recenti. Ne è un esempio il docu-film del 1970 “Trash- I rifiuti di New York”, prodotto appunto da Andy Warhol, che è la seconda parte della trilogia che comprende anche “Flesh” e “Calore” e che fu doppiato in italiano da Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini .
Brillo box di Andy Warhol
Le opere più interessanti
Tutta la Pop Art dunque, con il suo forte messaggio provocatorio, appare qui concretamente rappresentata nella sua forma incisiva e indimenticabile, come “The Souper Dress” oppure la “Brillo Box” in cui il “vuoto visivo” riesce a trasmettere allo spettatore la vacuità e superficialità di quegli anni. Il microcosmo di Andy Warhol si ritrova quindi tutto espresso qui: una sottocultura fatta di cinema, di musica, di immagini, serigrafie e bozzetti “ready made”, di oggetti che materialmente ci rigettano e quasi violentemente ci fanno cozzare contro quelle realtà così troppo spesso “vista e rivista” su muri, pubblicità, cartelloni, riviste che ci ossessionavano con i loro messaggi troppo esplicitamente consumistici negli anni Settanta-Ottanta.
Marilyn di Andy Warhol
L’omaggio a Lucio Amelio
La mostra si conclude con l’omaggio a Lucio Amelio, noto gallerista e attore italiano, che aprì a Napoli la “Modern Art Agency” e a Piazza dei Martiri la sede della galleria omonima in cui ospitò gli artisti più importanti del mondo. Nel 1980 presentò il pittore e scultore tedesco Joseph Beuys – che realizzerà “Terremoto in Palazzo” dopo il terremoto in Campania – ad Andy Warhol e da questo incontro nacque la mostra “Beuys by Warhol” inaugurata nel 1980. Un tributo necessario per colui che ha reso celebre l’artista americano in Italia, facendone conoscere le opere e dando il necessario risalto al mondo, alla cultura e all’arte d’oltreoceano di quegli anni.
Lucio Amelio nella mostra di Andy Warhol