La Cappella della Sacra Sindone di Torino - Storia, significati e restauro

La Cappella della Sacra Sindone di Torino – Storia, significati e restauro

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La cappella della Sacra Sindone è la prima opera che viene commissionata all’architetto e monaco teotino Guarino GuariniQuest’ultimo giunge a Torino nel 1666 ed è un acquisto a dir poco importante per la città, poiché si tratta di una personalità artistica e dalla mente enciclopedica, matematico e astronom, che innova l’architettura piemontese.

La Cappella della Sacra Sindone

La Cappella della Sacra Sindone viene progettata nel 1667 e realizzata fra il 1668 ed il 1694, la pianta della Real chiesa di San Lorenzo, sulla quale si innalza la cupola viene pensata dal Guarini con pianta ottagonale con un vano ovale per il presbiterio. Tale pianta funge da base dalle cui diagonali viene innalzata la cupola. La volta, a fasce intrecciate, viene impostata sugli alti pennacchi finemente affrescati, e la luce che penetra dalla calotta superiore della cupola crea un gioco di illusioni con fasci triangolari che ne ampliano la portata.

La cupola conica svetta sia su piazza Castello che su piazza San Giovanni e si sviluppa dietro il presbiterio della Cattedrale ed è una vera e propria icona del Barocco piemontese caratterizzata da un audace gioco stereometrico. In lei nulla è convenzionale e sulla cima delle formazioni poligonali decrescenti che la compongono fa capolino una lanterna. Tali poligoni sono costituiti da sei ordini di archi ribassati a loro volta sormontati da un traforo a stella. Al centro della stella si può ammirare la raffigurazione dello Spirito Santo. Lo studio della luce viene esaltato dagli eleganti e suggestivi marmi neri, questa scelta di contrasto estremo viene fatta per esaltare il mistero della redenzione. Infatti la volontà è quella di fare intraprendere, a chi sale le gradinate, un viaggio all’interno della morte. Viaggio che avviene proprio grazie al passaggio cromatico del nero dei marmi, che concentrano l’attenzione dello sguardo del visitatore che convoglia nell’apice della stella contenente lo Spirito Santo.

Il maestoso altare in marmo nero di Fabrosa, appositamente studiato per contenere l’inestimabile reliquia, viene progettato da Antonio Bertola che lo arricchisce di particolari decorativi e scultorei dorati. Nel corso dei primi cinquant’anni dell’800 la cupola viene ulteriormente impreziosito con quattro gruppi scultorei.

Ma è a partire dal 1694 che che la Sacra Sindone riposa cullata dai giochi di luce della cappella che si riflettono anche sulle stelle bronzee che decorano il pavimento. Le stelle non vengono scelte a caso, infatti le geometrie che caratterizzano la struttura (cerchio, triangolo e stella) così come la numerologia legata al tre e ai suoi multipli fanno parte di una complessa simbologia che mette in connessione: trinità, salvezza e cosmo.

Il suo riposo secolare viene tragicamente interrotto nella notte tra venerdì 11 e sabato 12 aprile del 1997 quando, poco prima della mezzanotte, un incendio si sviluppa al suo interno. I vigili del fuoco riescono a placare le fiamme solo quando giungono le luci dell’alba. Durante la notte le temperature all’interno della cappella superarono i mille gradi ed il contrasto termico dovuto al getto degli idranti con il calore sviluppatosi crepa e fa saltare, in modo irrimediabile, quei marmi che lasciavano letteralmente senza fiato i visitatori.

Tante furono le voci di corridoio ma la versione ufficiale vuole che la santa reliquia fosse stata spostata sul finire di febbraio al centro del coro della Cattedrale San Giovanni Battista in modo che i lavori di restauro all’interno della Cappella potessero continuare agevolmente, quindi distante dalle fiamme. Nonostante questo durante la notte venne presa la decisione di rompere la teca di cristallo che conteneva il sudario del Cristo per trsferirlo immediatamente nel palazzo arcivescovile.


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