Il borgo semiabbandonato della Lombardia che sta per rinascere

Il borgo semiabbandonato della Lombardia che sta per rinascere

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Nel comune di Pertica Alta, a 40 km da Brescia, sorge un borgo di antiche origini legate alla nobiltà di un tempo. Livemmo, poco più di 500 anime, abbarbicato fra le alture che si affacciano sui panorami mozzafiato della Valle Sabbia pare adagiarsi pian piano verso il triste destino che accomuna una serie di piccoli borghi storici, quello del rischio abbandono.

Livemmo e la sua storia

Gli aspetti architettonici delle dimore presenti a Livemmo indicano come questo antico borgo fosse abitato da aristocratici. Residenze con spazi ampi e signorili con raffinate rifiniture di pregio. L’aristocrazia livemmese era legata al possesso dei forni fusori e ai commerci locali anche se è sempre stata costante nel tempo la presenza dell’agricoltura, dell’allevamento e produzione dei prodotti caseari legati all’alpeggio, Livemmo pare fosse una sorta di lussuoso centro residenziale di altri tempi, vivo e ricco di attività. Quadro che non sembra affatto rispecchiare la situazione attuale.

Ma con il 2022 pare sia arrivata la svolta. La possibilità che il destino, ormai apparentemente segnato, abbia un lento ma definitivo cambio di rotta.

Fonte foto: bresciatoday.it

Il progetto e la possibilità per una rinascita

La regione Lombardia, infatti, ha premiato il progetto per la rinascita di Livemmo come il migliore fra i 32 presentati sul bando per la rigenerazione culturale, sociale, economica dei borghi a rischio abbandono. La frazione di Pertica Alta riceverà 20 milioni per la realizzazione del progetto.

Il progetto presentato dichiara:

“La volontà di restituire il giusto valore al patrimonio tangibile e intangibile, naturale e culturale e di reinventarlo in chiave innovativa e attraverso i nuovi strumenti tecnologici e secondo i principi di sostenibilità”.

Livemmo, nasconde tesori inestimabili, come un patrimonio naturalistico straordinario, la Parrocchiale e il forno fusorio, fiore all’occhiello della zona, patrimonio storico  che con la giusta rivalutazione potrebbe essere la chiave di volta per un giusto risalto e richiamo di visitatori e turisti.

Il forno fusorio gioiello dell’archeologia industriale

Il forno fusorio è una testimonianza dell’attività che per secoli ha animato l’economia delle valli bresciane. L’impianto, anticamente adibito alla prima lavorazione del ferro estratto nella vicina Valtrompia, riveste oggi grande rilevanza dell’archeologia industriale.

Fonte foto: vallesabbia.info

Portato alla luce nel 2004 con una mirata campagna archeologica con la quale è stato possibile far emergere una parte dell’impianto, il forno di Livemmo è una delle poche strutture fusorie del bresciano che abbia conservato l’aspetto primordiale combaciante con le descrizioni riportate dagli statuti di Valle Sabbia del 1573.

Il sito si trova sulla sponda del torrente Tovere raggiungibile percorrendo una mulattiera che scende dal paese. La strategica collocazione è riconducibile alla presenza delle risorse primarie necessarie alla lavorazione del metallo come l’acqua e il carbone di legna grazie alla presenza delle fitte boscaglie.

Un borgo che resiste e non vuole morire

Il Sindaco Giovanmaria Flocchini dichiara:

“Il nostro obiettivo è creare opportunità per far crescere il tessuto economico e sociale. Non sarà facile. Siamo un paese piccolo, con metà abitanti anziani. Esiste una certa volontà dei giovani di restare sul territorio ma dobbiamo aiutarli.”

Le opere previste riguardano la riqualificazione degli impianti sportivi ma anche degli edifici comunali, uffici e spazi per lo sviluppo di start up legate al turismo.

Interessante anche l’ambiziosa idea di creare delle piste ciclopedonali che collegheranno Livemmo alla Malga Valsorda, al Forno Fusorio, a Odeno e a Belprato.

“Non siamo né un borgo morto né sperduto” sottolinea Flocchini “i nostri progetti mirano a soddisfare le necessità e le prospettive di un borgo che resiste, e non vuole mollare”.


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