Dal 15 marzo fino al 20 luglio 2025 è in mostra al Museo della Fanteria di Roma una delle esposizioni più straordinarie intitolata “Frida Kahlo attraverso l’obiettivo di Nickolas Muray” e dedicata a un’artista del Novecento oggi tra le più amate, non soltanto per la sua produzione artistica, quanto soprattutto perché simbolo di autodeterminazione, di forza interiore e resilienza.
Finalità e curatori della mostra di Frida Kahlo
Attraverso l’obiettivo fotografico del suo amico di lunga data, ma anche amante tormentato e confidente Nickolas Muray, le 60 fotografie in mostra procedono dal 1937 al 1946 e vogliono rendere testimonianza dei suoi autoritratti. La mostra è stata curata da Vittoria Mainoldi su progetto dell’ Arch. Eleonora Balsamo, in collaborazione con il Ministero della Difesa, con il patrocinio della Città di Roma, della Regione Lazio e dell’Ambasciata del Messico in Italia e si propone di dare uno spaccato anche della vita privata di Frida Kahlo. Gli scatti infatti ritraggono sia l’arte della pittrice che la maestria del fotografo, ritrattista e pioniere lui stesso nella fotografia poiché fu tra i primi a sperimentare la fotografia a colori con la tecnica del Carbro – con stampa al bromuro d’argento che dura per lungo tempo. La mostra, inoltre, organizzata dall’associazione Navigare, contiene le lettere originali della relazione tra Frida e Nick, otto abiti realizzati in Messico e vari gioielli e accessori inossati dalla pittrice. Infine è interessante anche la sezione filatelica dedicata ai francobolli emessi in Messico ma anche in altri Paesi del mondo per celebrare gli anniversari della morte della Kahlo.
Frida Kahlo con Nockolas Muray
La carriera di Frida Kahlo vista anche con i suoi occhi
La mostra ripercorre tutta la carriera dell’artista messicana, che ebbe una vita travagliata fin da piccola, perché affetta da spina bifida che inizialmente fu scambiata per poliomielite. Ma l’evento che più di ogni altro segnò le vicende sventurate della sua vita fu il tragico incidente che ebbe sull’autobus all’uscita da scuola a 18 anni: lo scontro tra l’autobus su cui viaggiava e un tram la lasciò ferita in vari punti e subì 32 operazioni chirurgiche, fino ad essere costretta a casa su un letto o sulla sedia a rotelle. Da qui, grazi alla collocazione di uno specchio sul baldacchino che sovrastava il suo letto, iniziarono i suoi autoritratti: Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio!– dichiarò ben presto. Da queste difficoltà si generò, probabilmente, il suo temperamento turbato e complesso, mentre si affermava contemporaneamente il suo talento artistico come pittrice, ben presto apprezzata dal pittore Diego Rivera che la introdusse negli ambienti artistici messicani e la sposò nel 1929, tradendola però ben presto. Nascono così i suoi celebri autoritratti in cui emerge il dolore fisico con immagini potenti e simboliste, ma anche le sue paure, lo sconforto per la relazione poco affidabile, i suoi tormenti fino a meditare il suicidio e le tendenze omosessuali. Tuttavia si mescolano anche chiari motivi allusivi alle influenze surrealiste, al primitivismo dei tratti pittorici e anche all’arte precolombiana e folcloristica messicana, mai dimenticata da Frida anche nel modo di vestire e di adornarsi con gioielli sfarzosi.
Il percorso interiore della mostra di Frida Kahlo
La storia d’amore con Muray passa attraverso un ricco epistolario, presente nella mostra, in cui si alternano momenti in cui Frida ritorna dal marito Diego ed è tormentata dai sensi di colpa, ma anche dai continui dolori fisici, dalla maternità mancata, dalla solitudine e dall’impegno politico con il gruppo di rivoluzionari di José Vasconcelos. Infine i continui viaggi la portano a fare conoscere e apprezzare a New York, mentre nel 1939 il marito le chiederà il divorzio, risposandosi però poi subito dopo, nel 1940 a San Francisco. Da lui recupererà lo stile naif dipingendo vari autoritratti ispirati al costume delle donne di Tehuantepec, che vivono in una società matriarcale, deridendo gli uomini e dirigendo i mercati locali. Ma la grande amicizia e relazione che non dimenticherà mai sarà proprio quella con Muray, a cui ricorrerà proprio nei momenti più importanti ma anche in quelli di totale disperazione, mentre lui attenderà che lei decida. Le seconde nozze di lei però tagliano definitivamente il filo che unisce le loro vite. Al 1951 risale il loro ultimo incontro in Messico, quando lei gli donerà una piccola natura morta con una fetta di cocomero e un pappagallo. Oggi però è diventata un’icona, grazie al fatto che non si sottrasse mai ai diversi fotografi, che quindi hanno potuto offrire sempre una documentazione amplissima delle fasi della sua vita.
Francobolli celebrativi del 70° anniversario della morte
Insomma una mostra bene allestita, con sottofondo musicale messicano, completa e totale nell’interpretare le tante sfaccettature della pittrice messicana! Assolutamente da non perdere! Buona visita a tutti!