Piero Manzoni

Piero Manzoni e le sue opere “fuori dal comune”

Lo hanno definito in molti modi: ironico, dissacrante, controcorrente. La geniale follia di Piero Manzoni è stata in grado di rivoluzionare il classico concetto d’arte, squarciando tutte le tradizionali barriere etiche e morali riconosciute nel secondo dopoguerra.

Biografia

Piero Manzoni nasce a Soncino, Cremona, il 13 luglio 1933. Durante la sua adolescenza frequenta il liceo classico ma è un appassionato di fantascienza e narrativa poliziesca, ascolta musica classica e jazz. Dal 1950 prende lezioni private di pittura. Dopo la maturità, nel 1951, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza. In questo periodo diviene un assiduo frequentatore di cinema, teatro e balletto e sempre più avido lettore di narrativa aspira a diventare scrittore. Nel 1953 si dedica stabilmente alla pittura per poi stabilirsi a Roma dove si iscrive al corso di filosofia. Nel 1955 si iscrive all’università di Milano e inizia a frequentare l’ambiente artistico milanese che rappresenta una vera e propria svolta per la sua carriera d’artista.

Le prime opere innovative

Nel 1956 debutta come artista nella Mostra d’Arte contemporanea alla fiera di Soncino con l’opera Domani-chi-sa, dipinta con chiavi intinte nel colore. Viene immediatamente notato il suo personalissimo stile pittorico, tanto che un quotidiano locale lo definirà “giovane spregiudicato”.

Piero Manzoni

Fonte foto: artnet.com

Nel 1957 realizza i primi Achromes, grandi superfici bianche imbevute di colla e caolino, un’argilla gialla utilizzata nella produzione della ceramica. Nel 1959 Manzoni conosce il pittore Enrico Castellani, il quale segna un ulteriore passo verso uno stile ancora più rivoluzionario. Con Castellani fonda la rivista Azimuth. I due affittano un seminterrato e fondano la Galleria Azimuth, uno spazio autogestito dove Manzoni, sempre più estremo, realizza una serie di opere provocatorie.

Le opere che hanno cambiato il concetto dell’arte

Piero Manzoni

Fonte foto: artesvelata.it

Nel 1959 realizza Scultura nello spazio ovvero una sfera pneumatica in sospensione su un getto d’acqua e Fiato d’artista, palloncini gonfiati dallo stesso Manzoni, sigillati e fissati su una base di legno. Nella sua galleria presenta anche La consumazione dell’arte dinamica in pubblico divorare l’arte. Una performance in cui delle uova sode, firmate con la sua impronta del pollice, vengono poi distribuite e consumate dal pubblico.

Nel 1961 realizza l’iconica “Merda d’Artista”: novanta scatole esposte, per la prima volta, alla Galleria Pescetto ad Albissola. Una vera provocazione. Manzoni inscatola le proprie feci, le etichetta, le firma e le espone.

Piero Manzoni

Fonte foto: it.wikipedia.com

Manzoni è notoriamente classificato nel movimento del “Nouveau Réalisme”, anche se in realtà la sua arte appare difficile da identificare perché esprime il rinnovamento morale e sociale di quegli anni, e lo fa attraverso una contestazione ironica e dissacrante. La sua è una vera arte concettuale. La sua opera parte sin dall’idea che precede l’opera in sé. E’ il pensiero il vero prodotto artistico. L’opera non è che la realizzazione materiale di una riflessione filosofica. Egli vuole dimostrare, inoltre, che la firma dell’artista è in grado di trasformare qualunque cosa in arte. Tutti i suoi prodotti mirano a spostare l’attenzione del valore dell’opera all’artefice di questa. La vera essenza dell’opera d’arte è l’artista.

Piero Manzoni muore prematuramente il 6 febbraio 1963 a soli 29 anni a causa di un infarto. Chissà quali altre irriverenti opere avrebbe potuto realizzare seguendo le sue sempre più sofisticate idee e fin dove avrebbe potuto spingersi la sua sregolata geniale follia. Questo, purtroppo, non lo sapremo mai.