Robert Capa e Gerda Taro in mostra a Torino

Robert Capa e Gerda Taro in mostra a Torino

La vita di Robert Capa e Gerda Taro, due tra i più celebri fotografi del XX secolo, sarebbe degna di un romanzo, tra incontri avventurosi, la partecipazione in prima linea sul fronte di guerra e un finale tragico. A partire dal 14 febbraio 2024 e fino al 2 giugno CAMERA, il Centro Italiano per la Fotografia, celebra la loro vita e la loro arte presso il Polo espositivo di via delle Rosine a Torino, con 120 fotografie.

L’incontro e la complicità

La storia di Robert Capa e Gerda Taro è stata travagliata fin dall’inizio, dal momento che entrambi sopportarono numerose vicissitudini a causa del nazismo negli anni ’30 del 1900. Lui, nato con il nome di Endre Friedmann in Ungheria, fuggì da Berlino in seguito a un arresto a causa del suo attivismo studentesco di sinistra, mentre lei, Gerta Pohorylle, subì un percorso simile, poiché fu catturata dai nazisti con l’accusa di aver ordito un presunto complotto bolscevico per far cadere Hitler. Tutti e due si rifugiarono a Parigi, dove si incontrarono in circostanze del tutto fortuite.

Robert Capa e Gerda Taro in mostra a Torino

Fonte foto: wikipedia.org

Nel 1934 Endre, infatti, ricevette l’incarico di scattare delle foto pubblicitarie per una compagnia di assicurazioni sulla vita svizzera; scelse come modella Ruth Cerf, una giovane rifugiata elvetica, e le chiese di posare per lui in un parco di Montparnasse. La giovane tuttavia, non fidandosi a recarsi sul posto da sola, portò con sé Gerta, una ragazza sicura di sé e con splendidi capelli rossi.

Da allora in poi le vite di Endre e Gerta furono inseparabili, tanto che Endre insegnò alla sua compagna l’arte della fotografia e le trovò un lavoro presso l’agenzia fotografica Alliance Photo. Fu Gerta, tuttavia, ad avere una trovata che cambiò il corso della loro storia. Vista l’accesa concorrenza che c’era a Parigi tra artisti e intellettuali, creò infatti per Endre una nuova identità, inventando la figura fantasiosa di Robert Capa, un ricco e famoso fotografo americano giusto da poco in Francia, e mutò il proprio nome in Gerda Taro. Con le loro nuove identità, i due artisti ebbero un successo clamoroso.

Le foto al fronte e la tragica fine

La popolarità dei due fotografi raggiunse l’apoteosi nel 1936, quando Robert Capa e Gerda Taro raggiunsero la Spagna nell’epoca della guerra civile tra repubblicani e fascisti. Presso il villaggio di Cerro Muriano vicino a Córdoba, in cui entrambi documentarono la fuga degli abitanti dalle loro case mentre i fascisti bersagliavano di granate la zona, Robert e Gerta scattarono le loro foto più celebri: Capa realizzò una delle fotografie di guerra più famose al mondo, il “Miliziano colpito a morte”, mentre Taro ritrasse un’affascinante combattente mentre si addestrava con la pistola puntata e le scarpe con i tacchi.

Pubblicando i propri lavori spesso con un’unica firma, su riviste di successo come “Vu” e “Regards a Life”, Capa e Taro continuarono a produrre fotografie documentando eventi importanti dell’epoca in Francia e in Spagna, come gli scioperi nella capitale francese, le elezioni del 1937, in cui vinse il gruppo antifascista del Fronte Popolare, e il Convegno Internazionale degli Scrittori Antifascisti a Valencia.

La vita di Gerda Taro s’interruppe purtroppo in maniera drammatica nel 1937, quando la donna, che aveva violato il divieto imposto ai giornalisti di recarsi al fronte poco dopo la vittoria del Fronte Popolare, venne coinvolta in un incidente stradale, quando l’auto su cui viaggiava fu travolta da un carro armato repubblicano fuori controllo. Robert Capa, che dedicò alla compagna deceduta il volume “Death in the Making”, subì la stessa fine nel 1954, quando morì in Indocina dopo aver calpestato una mina.

La mostra a Torino

Come quasi tutti gli eventi delle vite di Robert Capa e Gerda Taro anche la mostra a Torino, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi è dovuta a un evento fortuito. L’esposizione presenta infatti alcuni provini della misteriosa valigia messicana, che conteneva 4.500 negativi scattati in Spagna dai due fotografi e dal loro amico David Seymour, e che era andata smarrita nel 1939. All’epoca, la valigia era stata affidata da Robert Capa a un amico per evitare che venisse requisita dalle truppe tedesche; è stata rinvenuta solo nel 2007 a Mexico City e rappresenta un reperto storico unico, utilissimo per attribuire con correttezza la paternità di alcune immagini che fino ad allora avevano solo la firma unica dei due artisti.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore e contiene alcuni testi redatti dai curatori della rassegna.