Il 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia, sono stati scelti i dodici libri che hanno avuto accesso alla cinquina finalista, tra i 170 che hanno partecipato alla prima fase di selezione della terza edizione del Premio Strega Poesia.
Le dodici opere sono state scelte dal Comitato scientifico del Premio, composto da Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa, Mario Desiati, Elisa Donzelli, Roberto Galaverni, Vivian Lamarque, Melania G. Mazzucco, Patricia Peterle, Stefano Petrocchi, Laura Pugno, Antonio Riccardi e Gian Mario Villalta, e sono state annunciate a Book Pride, Fiera nazionale dell’editoria indipendente, alla presenza dei componenti del Comitato scientifico Andrea Cortellessa, Vivian Lamarque, Stefano Petrocchi e Laura Pugno.
La cinquina finalista sarà annunciata il 7 maggio al MAXXI L’Aquila. In questa occasione un’ampia giuria composta da personalità della cultura determinerà l’opera vincitrice. Il premio sarà invece assegnato l’8 ottobre, alla Casa dell’Architettura di Roma presso il complesso monumentale dell’Acquario Romano.
L’elenco
- Prisca Agustoni, L’animale estremo, Interno Poesia Editore.
- Elisa Biagini, L’intravisto, Einaudi.
- Marco Corsi, Nel dopo, Guanda.
- Maurizio Cucchi, La scatola onirica, Mondadori.
- Claudio Damiani, Rinascita, Fazi.
- Roberto Deidier, Quest’anno il lupo fissa negli occhi l’uomo, Molesini.
- Alfonso Guida, Diario di un autodidatta, Guanda.
- Antonio Francesco Perozzi, on land, Prufrock.
- Giancarlo Pontiggia, La materia del contendere, Garzanti.
- Jonida Prifti, Sorelle di confine, Marco Saya.
- Marilena Renda, Cinema Persefone, Arcipelago Itaca.
- Tiziano Rossi, Il brusìo, Einaudi.
Il Premio Strega Poesia è promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Strega Alberti Benevento, in collaborazione con BPER Banca e Tirreno Power, media partner RAI, sponsor tecnici Librerie Feltrinelli e SYGLA.
Le parole del Comitato Scientifico
“Per il terzo anno il Premio Strega schiera a cimento anche i poeti” ha dichiarato Andrea Cortellessa. “A queste dispute loro sono abituati, e a dispetto delle apparenze non sono affatto tipi teneri. Per parte nostra, prima di goderci lo spettacolo dagli spalti, siamo in grado di gettare, sul campo, uno sguardo panoramico. E per la prima volta intravediamo qualcosa come una querelle des anciennes et des modernes, o più semplicemente una faglia generazionale. A una pattuglia di maestri riconosciuti, ma dal proprio status tutt’altro che rasserenati, si contrappone un drappello di voci nuove, o semi-tali, dalla proverbiale, fisiologica combattività. In palio, come sempre, il governo della lingua”.
“Nella dozzina di quest’anno” ha aggiunto Laura Pugno, “si possono identificare una serie di temi forti, tra questi il rapporto forte con la letterarietà e una nuova sensibilità nei confronti del paesaggio. È una poesia che non rinuncia a giocare la sua partita e che si mostra consapevole delle questioni che agitano il nostro tempo, lette sempre attraverso lo specifico del mezzo poetico. Una poesia che dialoga con altre lingue e altri mondi, sia perché ne viene vivificata dall’interno, sia perché il processo di scrittura si svolge in un altrove linguistico o geografico rispetto a qualsiasi centro sia percepito come tale”.