Immerso nelle langhe occidentali del Piemonte, tra Barbaresco e Castiglione delle Lanze, sorge un piccolo agglomerato urbano di tremila anime. Lungo una delle colline ivi presenti si conserva l’anima antica di Neive, separata naturalmente dalla sua parte più moderna, che si estende verso il basso. Questo comune della provincia di Cuneo, custode di un passato medievale ancora pulsante, è stato eletto tra i borghi più belli d’Italia.
Di origine antica, il piccolo paese deve forse il suo nome alla gens Naevia, una nobile famiglia romana che ne aveva il possesso; intorno al 100 a.C. era già considerato un insediamento romano molto importante e rappresentava il punto di passaggio della nota via Aemilia Scauri, che doveva il nome al suo costruttore, il console Emilio di Scauro. L’importanza del borgo viene testimoniata dalle continue lotte avvenute sia tra le realtà comunali circostanti, quali Asti e Biella, sia tra gli invasori francesi e spagnoli, al fine di garantirsene l’egemonia, fino all’annessione definitiva ai Savoia nel 1814.
Ancora oggi è possibile ammirare i resti di un’epoca medievale spesso sottovalutata. Il centro storico trova il suo punto d’origine nelle vestigia di un ricetto – un piccolo addensamento di case circondato da mura e torri – e si dirama attraverso tortuose stradine in pietra, che si inerpicano intorno a un’altura formando un percorso circolare, e caratteristici palazzi in cotto; da ricordare sono: la Casaforte dei Conti Cotti di Ceres, il Palazzo della contessa Demaria e il Palazzo dei Conti di Castelborgo, costruiti tra il XIII e il XVIII secolo. Ancora nel Medioevo vennero eretti un castello fortificato e, nel Borgonuovo, un monastero di monaci benedettini provenienti dall’abbazia di San Benigno Canavese. Il primo andò quasi completamente distrutto nel 1276, salvandosi soltanto una torre quadrangolare; del secondo è rimasta la Torre del Monastero.
Poco al di fuori del ricetto si trova Piazza Italia, dove sono situati gli edifici amministrativi del comune. Qui si possono ammirare l’elegante Palazzo del Municipio, composto da archi e lesene, e la Torre dell’Orologio, sulle cui mura è conservata una lapide funeraria romana. Lo spirito religioso è vivo e si esprime in varie testimonianze architettoniche, quali la Chiesa dell’Arciconfraternita di San Michele, opera dell’architetto neivese Giovanni Antonio Borgese, e la Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, entrambe edificate nella seconda metà del Settecento; infine, le suggestive cappelle cinquecentesche dedicate a San Rocco e a San Sebastiano.
Ma, vi è di più!
In questo scenario antico, ammantato da ambienti idilliaci e campestri, colline e vigneti ne disegnano i contorni suggestivi. Lungo l’articolato sistema naturale delle langhe, si sviluppa una sterminata varietà di vitigni che dà origine a quattro tipi di vino: Barbera e Dolcetto d’Alba, Barbaresco e Moscato d’Asti. Ci troviamo nella zona del Barbaresco, in uno dei distretti vinicoli più famosi del mondo, che si estende lungo quattro centri: Neive, Barbaresco, Treiso e Alba. Famoso è anche il Museo della Donna Selvatica, dedicato alla produzione della Grappa della Donna Selvatica, un distillato di importanza mondiale.
Tutti questi elementi rappresentano l’essenza di luoghi che non si lasciano corrodere dall’inesorabile trascorrere del tempo. Custodi di tradizioni antiche, conservano elementi preziosi di un’umanità in continuo mutamento, spesso preda dell’inconscia follia disgregativa delle cose essenziali della vita.
Mi sono laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli \”Federico II\” e in seguito ho realizzato varie esperienze di studio e di lavoro all’estero (Egitto, Francia, Spagna). Tornato in italia, ho inizato a specializzarmi nel settore della scrittura e dell’editoria. Dopo aver collaborato per un breve periodo con la casa editrice Einaudi, mi sono trasferito a Parigi, dove vivo tutt’ora. Al momento collaboro con la casa Editrice Italo Svevo Edizioni in qualità di Responsabile di progetti di coedizione internazionale, occupandomi di curare i rapporti con alcune case editrici francesi e di altri paesi europei ed extraeuropei. A partire dal mese di settembre 2020 scrivo per Hermes Magazine, di cui sono anche responsabile della sezione libri.