Sutri, il piccolo comune in provincia di Viterbo situato nel Lazio, si trova in cima ad un rilievo in tufo, dominando così, la via Cassia. Grazie alla sua millenaria bellezza, il borgo della Tuscia, è stato premiato con la bandiera Arancione dal TCI (Touring club italiano) con il compito di certificare i piccoli borghi nella loro magnificenza.
Il borgo, oltre ad essere il più bello d’Italia è anche uno dei più antichi, la sua nascita avviene già a partire dall’Età del bronzo. Attraversando diverse epoche, il suo sviluppo più proficuo si ottenne durante il periodo etrusco, di cui ad oggi non vi è rinvenuto nulla.
Sutri è stata anche fulcro dell’epoca romana, benché in seguito sia stata al centro delle lotte tra Bizantini e Longobardi, questi ultimi donarono l’antico comune alla Chiesa, diventando uno dei feudi più proficui del Patrimonio di San Pietro. Il paesino, inoltre, è stato sfondo della faida tra guelfi e ghibellini, ma in seguito ad un tragico incendio, lo splendore economico venne distrutto, trasformando Sutri in un semplice borgo rurale.
Si racconta che lo stesso Carlo Magno conferì la città a sua sorella, la quale diede alla luce, proprio all’interno di una grotta il famoso Orlando, nominato paladino di Francia.
Centro di cultura, storia e arte, nel borgo vi si possono trovare numerose chiese straripanti d’arte, in particolar modo è oggetto continuo di visite, il Mitreo, ad oggi chiesa della Madonna del parto. Il Mitreo durante l’epoca romana fu dedicato al dio Mitra, soltanto più tardi, nel medioevo fu tramutato in una struttura ecclesiastica, mantenendo ancora integra la sua architettura in tufo.
È all’interno del Parco Archeologico di Sutri, che si concentra gran parte dell’origine di questo incantevole borgo, infatti, è proprio qui che nasce una necropoli etrusca con numerose tombe, appartenenti al VI- IV secolo a. C. Fa parte del parco anche l’anfiteatro romano, sebbene di dimensioni inferiori rispetto ad uno tipico. Anch’esso risulta interamente scavato nel tufo, sebbene le sue origini siano ancora avvolte nel mistero, è una delle mete preferite dagli appassionati di archeologia. Sappiamo per certo che la famiglia Savorelli nel 1835, vi fece apportare delle ristrutturazioni, emergono chiaramente otto palchi e lo stesso anfiteatro è ben visibile dalla via Cassia.
Il Parco storico comprende anche la villa Savorelli, posta su uno sperone in tufo, già dai primi anni del XVIII secolo apparteneva alla famiglia Muti-Papazzurri, ma in seguito alla scomparsa di tutti gli eredi, il palazzo passò ai conti Savorelli. La villa, così ben decorata in stile barocco, si affaccia su dei giardini eleganti, impreziositi da fontane, non passa, però, inosservata all’interno di questi ultimi la presenza della chiesa di S. Maria del Monte, anch’essa costruita dalla nobile famiglia del XVIII secolo.
Una delle attrazioni preferite dai turisti è senz’ombra di dubbio, il museo nel Palazzo Doebbing.
Il palazzo Vescovile presente fin dagli albori del Medioevo, è stato centro religioso, artistico e culturale di Sutri fino ai primi del Novecento ed è proprio in questo periodo che grazie a Padre Joseph Bernard Doebbing, è stato regalato ulteriore splendore alla struttura. Il Padre, ristrutturando il palazzo, introdusse diverse attività educative giovanili, clericali e popolari.
La trasformazione in museo è stata possibile grazie all’architetto Romano Adolini e soprattutto all’intesa tra Vittorio Sgarbi e il vescovo della diocesi di Civita Castellana, Romano Rossi, il museo ospita capolavori d’arte antica e contemporanea, rinnovando costantemente le mostre presentate all’interno di sale millenarie.
Hi Guys! Sono Chiara, sebbene le presentazioni non siano il mio forte… preparatevi a tre righi intensi di sonno…
Nata sotto il segno del sagittario, come tale il mio punto forte è l’ironia, il debole ancora da scoprire… scherzo, è la buona cucina! Nel mezzo troviamo passione per l’arte, la letteratura, i viaggi e la scrittura.