Il Lambrusco: un vanto per l’Italia

Il termine Lambrusco (dal latino “Labrum” cioè limitare, margine, bordo, e “Brusco” ovvero quella  caratteristica tipica dei vini giovani, l’acidità e la tannicità) si riferisce ad un tipo d’uva a bacca nera e alla sua trasformazione in vino. Tale uva,  cresce spontaneamente ai lati dei campi, ed è tipica delle regioni emiliane, infatti, le prime testimonianze della sua esistenza risalgono a Virgilio, nativo mantovano.

 

La viticoltura emiliana vanta una lunghissima tradizione, infatti ai tempi dei romani la vite selvatica era già denominata “Lambrusca”. L’importanza, per questa zona, è tale che i vitigni tipici che producono il Lambrusco prendono il nome dalle famiglie del luogo che per prime lo hanno prodotto.

 

E’ un vino giovane, con tannicità e acidità contenute, gradevole e dalla spuma leggera. Secco, amabile o dolce, le varietà coltivate oggi sono circa una decina: 

 

– Lambrusco di Sorbara (Modena) , prodotto nella zona fra i fiumi Secchia e Panaro, un a sua particolarità è il fenomeno dell’acinellatura, un’anomalia prodotta dalla sterilità del polline che fa si che gli acini rimangano del diametro di pochi millimetri provocando perdite del prodotto. Questo rende ancor più pregiato il prodotto.

 

– Lambrusco Grasparossa (Castelvetro), frizzante e secco, dal colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Si ottiene quasi tutto con le uve del vitigno che porta il suo nome e col 15% delle uve di Lambrusco Gentile. Una caratteristica particolare di questi vitigno è che int autunno, oltre alle foglie, si arrossano anche raspo e pedicelli, creando una colorazione suggestiva.

 

– Lambrusco Salamino (Modena), caratterizzato da un’ottima produttività e la maturazione delle uve avviene all’inizio di ottobre. E’ un vitigno che nasce spontaneo ai lati dei boschi. Le uve erano chiamate “uzeline” perchè venivano spesso depredate dagli uccelli che ne erano ghiotti.

 

– Lambrusco di Modena, si ottiene dalla mescolanza di diversi tipi di uve (detta uvaggio) ed è perfetto per primi piatti a base di carni e salumi emiliani. Solo nel 2009 è entrato a far parte dei Lambrusci DOP

 

– Lambrusco Marani, ha una resa alta e costante con migliori risultati in terreni alluvionali. Frizzante, fresco e leggero, ha un sapore fruttato.

 

– Lambrusco Maestri, è uno dei Lambruschi scuri, prodotto nel parmense e nel reggiano, spesso usato negli uvaggi con altre varietà quindi non esaltato nelle tavole.

 

– Lambrusco Ceci, è il migliore nella categoria: ottima tannici mitigata dallo zucchero, lo rende ideale per i piatti tipici della cucina parmigiana.

 

-Lambrusco Montericco (Reggio Emilia), è poco diffuso e viene utilizzato per la produzione del Lambrusco Reggiano

 

– Lambrusco Ancellotta, è molto popolare nel reggiano, viene esportato molto ed usato per la produzione di vini dal “taglio rossissimo”.

 

– Lambrusco Reggiano (Reggio Emilia), ottenuto dai vitigni Salamino, Sorbara, Maestri, Marani, Montericco e Grasparossa.

 

Se, per curiosità, volessimo fare una ricerca su quale sia il Lambrusco migliore, il risultato sarebbe indubbiamente il Cavicchioli, Lambrusco di Sorbara. Vino talmente pregiato che una confezione da 6 bottiglie può costare anche oltre i 70 euro. Ma cosa lo rende così speciale? Probabilmente il gusto secco e pieno con gli aromi fruttati, o il suo colore rosso rubino intenso con note violacee o, ancora, che si abbini alla perfezione ai salumi e ai primi piatti con ragù di carne. insomma, qualunque sia il motivo, è considerato il migliore d’Italia.

 

Il Lambrusco è un vino di successo, dalla tradizione antica che ha saputo “stare al passo con i tempi” e modernizzarsi. Apprezzato da tanti, si abbina perfettamente alla tradizione gastronomica emiliana. La sua produzione, coltivazione e distribuzione, sono basate su un’economia di scala molto forte, tanto da renderlo uno dei vini più competitivi sul mercato nazionale ed internazionale.