È da anni che l’agricoltura sta subendo una grossa crisi. Le coltivazioni e gli allevamenti intensivi ormai la fanno da padrone, nelle nostre vite. Ma a che prezzo? Carissimo, sotto tutti i punti di vista.
Infatti, le persone si rivolgono alla grande distribuzione per ottenere i beni di prima necessità, e la grande distribuzione attinge proprio agli allevamenti e alle coltivazioni intensive, con un calo dei costi del prodotto finito. Questo costo così basso però, a lungo andare, si ripercuote sulla nostra salute. Infatti la qualità del cibo sulle nostre tavole è inferiore, come lo è, di conseguenza, anche quella della nostra vita. Non solo: anche l’aria e l’acqua ne risentono, inquinate dal nostro modo così invasivo di imporci sul mondo.
C’è un rimedio a questo? In verità sì, c’è più di un rimedio a questo problema così annoso. Uno di questi è il Social Farming.
Social Farming: cos’è
Il Social Farming è una realtà nata negli ultimi anni per salvaguardare le realtà contadine locali, le prime a risentire degli allevamenti e delle coltivazioni intensive. Infatti le persone continuano a rivolgersi alla G.D.O. (Grande Distribuzione Organizzata), senza considerare che ci sono persone, anche molto vicine a loro, che hanno bisogno di lavorare e che potrebbero portare molti più benefici di quanti possano immaginare.
Il Social Farming è nato esattamente con lo scopo di rivalutare l’agricoltura e l’allevamento a breve distanza, se non a km 0. Con un contributo tramite piattaforme selezionate, potete “adottare” un contadino, che potrà, in cambio, darvi i prodotti della sua terra, così è garantito il lavoro per lui e un prodotto genuino sulla vostra tavola.
Un giovane contadino con il suo asinello
Le realtà del Social Farming
Esistono diverse piattaforme di Social Farming. Una di queste è “Coltivatori di emozioni” che, tramite donazioni tra i 25 e i 100 euro, garantisce alle piccole realtà la possibilità di migliorare la loro filiera di produzione, assumendo personale e investendo in risorse.
Potete scegliere qualsiasi contadino abbia aderito al loro progetto. Il progetto più “di tendenza” è quello dedicato alle api e al miele. Potete però scegliere anche altri progetti, come quelli dedicati all’olio, o alle primizie dell’orto, oppure persino alle patate!
Il Social Farming, quindi, è una possibilità in più che diamo al nostro pianeta e anche all’economia italiana di tirarsi su. Un tentativo ce lo meritiamo!
Classe 1988, padovana di nascita, veneziana di adozione. Diplomata in lingue, adoro scoprire cose nuove. Credo molto nell’importanza delle parole e del loro significato. La scrittura, per me è un mezzo per informare ed esprimere la mia creatività.