La porchetta di Ariccia: perché è così buona?

La porchetta di Ariccia: perché è così buona?

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E’ la regina dello street food. La sua origine è stata a lungo contesa. Ma c’è una porchetta davvero speciale che sbaraglia tutte le altre, inconfondibile e famosa in tutto il mondo. La Porchetta di Ariccia.

Fonte foto: ilturista.info

Un antico antagonismo, una datata diatriba quella che vede il rivendicare dell’origine della porchetta. Il quesito infinito. La porchetta è nata prima ad Ariccia o a Norcia? Ma nel 2011 la porchetta di Ariccia ha ottenuto il riconoscimento dell’indicazione geografica tipica (IGP), fugando definitivamente ogni dubbio.

Origini

Le origini della porchetta risalgono ad epoche pre-romane, esattamente alla popolazione dei Latini. A quei tempi i sacerdoti la preparavano per essere offerta in sacrificio agli dei. Allora si usava sacrificare il maiale “giovane”, il “porchetto”. Successivamente, però si scoprì che la carne della femmina era più magra, più sana e gustosa, quindi iniziarono ad essere lavorate principalmente carni di giovani maiali femmine. Nacque così la “porchetta”.

Il consumo di questa specialità si diffuse sempre più grazie alle più importanti famiglie nobili romane, che erano solite trasferirsi ad Ariccia per la stagione estiva e amavano degustare la famosa “porchetta”, tipica del posto, accompagnata dal buon vino dei colli romani. Addirittura si racconta che gli stessi imperatori romani prediligevano questa carne nei loro suntuosi banchetti.

Caratteristiche

L’inconfondibile forma cilindrica a cui ad una estremità viene lasciata tradizionalmente la testa del maiale con in bocca un limone, contraddistingue la porchetta di Ariccia IGP. Questa ha un peso che varia dai 27 ai 45 Kg mentre il tronchetto, realizzato con l’utilizzo della sola parte centrale del suino, ha un peso inferiore che oscilla fra i 7 e 13 kg.

Ma perché la porchetta di Ariccia è così buona? Carpirne i segreti è praticamente impossibile. La ricetta tradizionale, gelosamente custodita, è tramandata di generazione in generazione dalle antiche famiglie produttrici. Il processo di preparazione, quasi del tutto manuale è considerata una vera e propria opera d’arte.

La carne bianca e rosata all’interno, arricchita dalle abbondanti spezie utilizzate per insaporirla, la caratteristica cotenna scura e croccante esterna che si forma durante la lenta cottura rende la porchetta un prodotto unico e originale.

Preparazione

Quel che è certo è che ciò che arriva sulle nostre tavole, è il risultato di un antico e lungo procedimento.

Fonte foto: alice.tv

La carne viene prima disossata, pulita e salata.

Dopo un periodo di riposo viene massaggiata, per permettere al sale di assorbirsi. Di seguito vengono aggiunte le varie spezie: aglio, rosmarino e pepe. La carne viene poi legata con uno spago per permettere al tutto di rimanere compatto durante la cottura e facilitare il taglio.

La cottura è lenta, allo spiedo, in forni a legna o a gas e può durare diverse ore. Durante la cottura il grasso che si scioglie viene raccolto e utilizzato per bagnare la cotenna, per evitare che si bruci o che si cuocia troppo in fretta, lasciando l’interno ancora crudo.

Al termine della cottura, l’arrosto viene lasciato raffreddare per diverse ore in speciali camere.

La degustazione

La porchetta tradizionalmente viene servita fredda, tagliata a fette da mangiare da sola o all’interno di un panino imbottito.

Fonte foto: il messaggero

E’ uno dei simboli principali dello street food italiano e ad Ariccia celebrano questo antico piatto della tradizione romana con la Sagra della Porchetta, fra la fine di agosto e gli inizi di settembre, quando turisti provenienti da ogni parte del mondo si riversano nel piccolo borgo dei Colli Romani, per gustare questa succulenta ed esclusiva specialità.


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