Il 21 aprile scorso la regina Elisabetta ha compiuto 96 anni ed ha deciso di concedersi qualche giorno lontano dallo sfarzo del Palazzo Reale. Si è voluta recare a Sandringham non nel maniero di famiglia un tempo appartenuto al padre Giorgio VI, bensì a Wood Farm, dove il principe Filippo si era ritirato a vita privata nel 2017. Forse anche una regina ha bisogno di staccare la spina per cercare conforto e riposo in un luogo ricco di ricordi del marito, mancato il 9 aprile 2021, con il quale era stata sposata 74 anni.
Wood Farm
La dimora scelta dal principe Filippo, dopo essere andato in pensione, è un piccolo cottage con sole 5 stanze, all’interno dell’immensa tenuta del castello di Sandringham . Oltre ai consorti e alla famiglia reale il cottage è molto amato anche dal personale del castello in quanto permette un maggior contatto con la regina. Questo piccolo cottage in stile inglese era talmente amato da Filippo ed Elisabetta da farlo eleggere loro domicilio anche durante la pandemia. Nella stessa tenuta si trova anche Anmer Hall che la regina ha donato a Kate e William quale dimora di campagna.
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Lillibeth e Filippo
Un matrimonio straordinariamente longevo non poteva non avere solide basi. Filippo ha sempre accettato di buon grado il suo ruolo di principe consorte dopo che, per poter sposare la futura regina di Inghilterra dovette rinunciare al trono di Grecia. Elisabetta, dal canto suo, non ha mai nascosto l’importanza di avere al suo fianco un uomo come lui, capace di regalarle risate così come gesti romantici e un soprannome carico d’amore. Dopo la sua morte la regina ha detto di lui:
“È stato, molto semplicemente, la mia forza e mi è rimasto per tutti questi anni, e io, tutta la sua famiglia, e questo e molti altri paesi, gli abbiamo un debito più grande di quanto avrebbe mai rivendicato, o sapremo mai“.
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Gli abiti color pastello
La regina Elisabetta è famosa per indossare sempre abiti e cappellini molto colorati e appariscenti.
Ma non si tratta solamente di un suo vezzo quanto della necessità di essere immediatamente individuabile anche in mezzo ad una gran folla. La giornalista Sali Hughes ha scritto nel suo libro “The Queen. Diario a colori della regina Elisabetta“:
“La Regina indossa colori vivaci perché crede che sia suo dovere essere vista dalle persone che hanno aspettato per ore. È stata spesso audace nelle sue scelte. E lei bilancia quelle scelte con un innato senso di dovere. Il brillante blocco dei colori è indirizzato puramente ai membri del pubblico che hanno atteso pazientemente per vederla: in questo modo possono sapere esattamente dove si trova pur essendo lontani“.
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70 anni di regno
Il 9 settembre 2015, con 63 anni e 213 giorni trascorsi dal suo insediamento sul trono , la regina Elisabetta aveva superato il record stabilito dalla regina Vittoria che, fino a quel momento era stata la monarca più longeva. Quest’anno la regina Elisabetta, con 70 anni di regno, festeggia il Giubileo di Platino e difficilmente potrà essere superata. La vita di Elisabetta si legò indissolubilmente al trono di Inghilterra il 6 febbraio 1952 quando suo padre re Giorgio VI morì improvvisamente a soli 56 anni. La regina ne aveva solo 25.
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La regina diventa Barbie
Per i 70 anni sul trono della regina Elisabetta la Mattel ha creato una nuova Barbie a lei dedicata, che la ricorda in ogni dettaglio, abiti e gioielli compresi. La bambola il cui nome ufficiale è “Barbie Signature Queen Elizabeth II Platinum Jubilee Doll“, è stata messa in commercio il 21 aprile, a circa 68 euro ed in poche ore era già introvabile. Robert Best, capo dei disegnatori Mattel per la Barbie, riferendosi all’abito bianco scelto per il lancio ha spiegato:
“L’abito non è una copia di un vestito che indossa, ma piuttosto è ispirato allo stile e al colore dell’abito che ha preferito nei ritratti reali“.
Ogni dettaglio dello stesso abito così come della tiara e dei gioielli indossati dalla bambola sono, ovviamente curati nei minimi dettagli.
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Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.