È un miracolo che si rinnova dal 1389 anno in cui per la prima volta questo evento è stato attestato. La manifestazione più suggestiva è avvenuta il 17 agosto del 1631, quando i napoletani riuniti in preghiera al cospetto della reliquia, un’ampolla che contiene secondo i fedeli, il Sangue di San Gennaro, chiesero ed ottennero la grazia di essere risparmiati dall’eruzione del Vesuvio.
La scienza ha provato a spiegare l’evento, dopo averlo a lungo studiato, dichiarando che la presenza di alcune sostanze gelatinose può permettere la trasformazione, se agitate, da stato solido a liquido. Inoltre, il fulcro delle obiezioni degli scienziati, è che non vi sia certezza che ciò che l’ampolla contiene sia effettivamente il Sangue di San Gennaro.
Ma i napoletani hanno un’autentica venerazione per il loro Santo Patrono e ne custodiscono da centinaia di anni il culto, di cui questo prodigio è l’emblema. È noto come “miracolo laico” perchè solitamente si celebra nella Cappella di San Gennaro gestita dalla Deputazione di San Gennaro, istituzione laica nata il 13 Gennaio 1527 per un voto della città di Napoli e presieduta sempre dal Sindaco.
Quest’anno a causa delle restizioni imposte dal Covid19, per garantire il necessario distanziamento, altrimenti impossibile nella Cappella di San Gennaro che ha delle dimensioni più contenute, la celebrazione si è svolta sull’Altare Maggiore del Duomo di Napoli.
Tutto è avvenuto nella giornata di ieri, data in cui, secondo la tradizione, nell’anno – per la terza volta – il prodigio si manifesta. Le altre due date sono la prima domenica di maggio e il 19 settembre, giorno in cui la Chiesa festeggia il Santo Gennaro. La tradizione popolare affida a questo evento le sorti, le buone sorti, della vita. Ciò perchè dal 1389 ogni volta che il miracolo non si è manifestato, è successo qualcosa di nefasto. Nel settembre del 1939 il sangue rimase solido: scoppiò la seconda guerra mondiale. Così anche nel 1943, quando ci fu l’occupazione nazista. Nel 1973 ci fu l’epidemia di colera, mentre nel 1980 il drammatico terremoto in Irpinia.
Il 2020 sappiamo tutti essere un anno di grande sconforto e sicuramente la mancata manifestazione miracolosa influenza in maniera negativa gli animi dei napoletani, così devoti al Santo, che nonostante l’intensificarsi della preghiera, non hanno ottenuto ciò che speravano.
Ma qual è il vero senso del miracolo?
“I miracoli sono uno strumento per richiamare l’uomo a principi più alti. Lo scioglimento del sangue di Gennaro non è l’unico fra i santi. Nell’antichità i cristiani recuperavano il sangue di chi era stato ucciso nel nome di Cristo conservandolo in ampolle. Chi viene ucciso nel nome di Cristo diventa un “martire”, dal greco “testimone”. In questo caso “testimone di Cristo”. Colui che ha lasciato lo uccidessero pur di non rinnegare Dio è un martire. Un testimone. Tertulliano nel III secolo dopo Cristo scrive che “Il sangue dei martiri ha una virtù particolare: è seme di nuovi cristiani”. Quindi, il rinnovarsi del miracolo di San Gennaro fa germogliare la Fede. La reversibilità, da stato solido a liquido, del sangue di Gennaro è qualcosa di vivificante” ha affermato don Nicola Bux, teologo della Diocesi di Bari e consultore alle Congregazioni delle Cause dei santi.
Da questa dichiarazione viene facile intuire come la Chiesa si discosti dalla superstizione popolare secondo la quale la mancata liquefazione del sangue del Santo, sia di cattivo auspicio. Il Cardinale Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe ha dichiarato, infatti ieri ai fedeli: “Vogliamo fare un atto di vera e profonda devozione al santo Gennaro perché siamo uniti nel suo nome. E’ lui che ci aiuta a vivere e a testimoniare la fede e, anche se il sangue non si scioglie, non significa chissà cosa”
La Fede dunque deve andare oltre. Deve far continuare a credere e testimoniare, pur senza vedere.
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