“La vita è strana, nessuno vuole invecchiare, ma neanche morire giovane: puoi solo seguire la strada fino in fondo”.
Il leggendario chitarrista dei Rolling Stones, compie oggi 77 anni, nato nel 1943 a Dartford, in Inghilterra.
Si avvicina alla musica grazie alla madre, Doris, amante del jazz, di Louis Armstrong e di Billie Holliday; proprio lei gli regala la sua prima chitarra, permettendogli di sfogare la sua nascente passione, cosa per cui il padre Bertrand era poco entusiasma. Si appassiona quasi subito al Blues e al Rhythm and blues e grazie a questi due generi avviene lo storico incontro con Mick Jagger.
Narra la leggenda – non tanto leggenda – che i due si incontrarono in stazione a Dartford, Mick aveva con sè due dischi, uno di Chuck Berry e uno di Muddy Waters, alla cui vista Keith gli chiese: ”Anche tu ascolti il blues?”. Da quel giorno i due furono inseparabili, frequentarono pub e party, ma soprattutto, iniziarono a suonare insieme. A loro si unirono Brian Jones, Bill Wymane Charlie Watts, dando vita ai Rolling Stones, la rock band in attività più longeva di tutti i tempi. Infatti dal 1963, anno in cui uscì il loro primo singolo – Come on, una cover di Chuck Berry – hanno sfornato successi e riempito stadi fino ad arrivare ai giorni nostri quando, in pieno lockdown, sono usciti col singolo Living in a ghost town.
Keith chitarrista
Keith Richards, in diverse occasioni ha dimostrato di essere non solo una “pietra rotolante”, ma anche una testa pensante, cosa che fa comprendere appieno come mai il suo successo – con o senza la band – dura ininterrotto da quasi sessant’anni. Secondo la rivista Rolling Stone, Keith è considerato tra i dieci migliori chitarristi rock di tutti i tempi.
Come contraddire quella classifica? D’altronde ha scritto tanti riff che hanno reso inconfondibile il sound delle canzoni dei Rolling Stones, come Start me Up, Honky Tonk Women, Brown Sugar, Satisfaction, Jumpin’ Jack Flash, Angie, Paint it Black. Keith usa l’accordatura della chitarra aperta in Sol, quel tipo, cioè, di accordatura che permette di suonare l’accordo di Sol, suonando le corde della chitarra libere, cioè senza metterci le mani sopra (detto terra terra); questo permette al chitarrista di estendere le possibilità espressive, al contrario dell’accordatura tradizionale che costringe a degli schemi armonici più rigidi.
Keith senza i Rolling Stones
Il chitarrista ha avuto delle esperienze come solista, producendo tre album: Talk is Cheap(1988), Main Offender (1992) e Crosseyed Heart (2015); di discreto successo, certo, ma dalla qualità nettamente inferiore rispetto a quelli dei Rolling Stones. Ha suonato le sue canzoni, esibendosi dal vivo con la sua band, gli X-pensive Winos.
Keith e le droghe
Non ha mai fatto mistero sull’uso degli stupefacenti, anzi, in varie interviste ha dichiarato di aver provato di tutto, rischiando più volte la vita. “Una volta” ha rivelato “qualcuno aveva aggiunto della stricnina alla mia dose di eroina, mi sono ritrovato in una situazione simile al coma, ma riuscivo a sentire le persone intorno a me”. Tempo fa era circolata la voce che lui avesse sniffato le ceneri di suo padre, cosa che lui ha smentito in Life, la sua biografia. Ha ammesso di essere uscito da pochi anni dal tunnel della droga. A chi gli ha domandato come ci è riuscito ha risposto: ”Negli ultimi tempi la qualità era scadente”
Keith e il cinema
È apparso nel film “Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo”, il terzo capitolo della saga prodotta dalla Disney, interpretando il ruolo di Teague Sparrow, padre di Jack Sparrow (Johnny Depp).
Keith, la famiglia e le donne
“La famiglia, per me, è incredibilmente importante. Quando vedi i figli dei tuoi figli, capisci che una cosa è avere un figlio, ma quando hai dei nipotini o delle nipotine, è una sensazione incredibile. Non so bene come descriverle: realizzazione? Continuità? Alla fine è amore”.
Attualmente è legato a Patti Hensen, con cui è sposato dal 1983 e da cui ha avuto due figlie: Theodora Dupree e Alexandra Nicole. Prima di allora ha avuto diverse relazioni, le più importanti con la modella Linda Keith a cui è rimasto legato per un paio d’anni e la mannequin italo-tedesca Anita Pallemberg, con la quale ha avuto tre figli: Marlon, Angela e Tara, quest’ultima morta pochi mesi dopo la nascita
Curiosità
Durante la sua adolescenza fu cacciato dai boy scout per il suo cattivo comportamento. Era solito portare casse di whisky a vari eventi fino a scatenare risse con altri scout; in un’occasione, si ruppe pure un un osso della mano.
Nel 2006 – era nelle isole Fiji – si arrampicò su un albero, ma, sfortunatamente, perse l’equilibrio, cadde e sbatté la testa per terra; si rialzò e tornò a casa, come se niente fosse. Qualche giorno dopo accusò una forte emicrania ed ebbe due episodi seri di convulsioni, motivi per cui fu portato con urgenza a un ospedale in Nuova Zelanda, dove un neurochirurgo lo operò per far assorbire un coagulo di sangue nel cervello. Il chitarrista tornò a suonare per un concerto sei settimane dopo.
Siamo nel 1989, i Rolling Stones erano impegnati con lo Steel Wheels Tour. Keith era arrivato tardi e non faceva in tempo a mettere qualcosa sotto i denti: ormai mancava poco al concerto. Sentì un forte profumo di torta nel camerino e gli venne l’acquolina in bocca, a quel punto si rifiutò di salire sul palco fino a quando non gli venne preparato un dolce. Chi era con lui disse che, quando gli venne finalmente portata questa benedetta torta, non permise a nessuno di avvicinarsi.
Nel 1972, gli Stones erano Chicago – ça va sans dire – per un concerto. Keith venne invitato nella sontuosa villa di Hugh Hefner, il fondatore della rivista Playboy. Mentre era lì, il chitarrista andò in bagno e si fece di eroina e di cocaina. In qualche modo mai scoperto diede fuoco a una parte della casa. In breve tempo arrivarono uomini su uomini che portavano secchi d’acqua per spegnere le fiamme divampate. Per fortuna, non ci furono morti o feriti.
“Sono un privilegiato e suonerò finchè me lo lasceranno fare. Non sto invecchiando, mi sto evolvendo”
Grazie, Keith, per tutto quelle emozioni che ci hai regalato e che continuerai a regalarci, e buon compleanno!
Nato in un torrido ferragosto del 1968 a Milano, dove vive tutt’ora.
Si considera vecchio fuori, ma giovane dentro: in realtà è vecchio anche dentro.
La scrittura è per lui un piacere più che una passione, dal momento che – sua opinione – la passione stessa genera sofferenza e lui, quando scrive, non soffre mai, al massimo urla qualche imprecazione davanti al foglio bianco.
Lettore appassionato di generi diversi, come il noir, il thriller, il romanzo umoristico e quello storico, adora Calvino, stravede per Camilleri e si lascia trascinare volentieri dalle storie di Stephen King e di Ken Follett.
Appassionato di musica, ascolta di tutto: dal rock al blues, dal funky al jazz, dalla classica al rap, convinto assertore della musica senza barriere.
Nel 2020 è uscito il suo primo romanzo, dal titolo “L’occasione.”, genere umoristico.
Ha detto di lui Roberto Saviano:”Non so chi sia”.