Il secondo articolo della rubrica “Leggende Sportive” è dedicato ad Abebe Bikila, eroe di un paese ancora non conosciuto e ricordato per la sua impresa di aver corso la maratona senza scarpe.
La sua formazione
All’età di vent’anni, Bikila decise di lasciare il suo villaggio di origine e si trasferì ad Addis Abeba (capitale dell’Etiopia), con lo scopo di aiutare economicamente la sua famiglia. Lì si arruolò nella Guardia Imperiale e diventò membro della scorta dell’imperatore Selassié.
La svolta
Bikila non passò inosservato; infatti fu proprio Niskaen (allenatore svedese incaricato ad occuparsi della preparazione atletica dei militari imperiali) il primo a notarlo. Questo evento determinò la sua prima e inaspettata convocazione, da parte della nazionale etiope, alle Olimpiadi di Roma del 1960. Allenandosi a livello professionistico soltanto da quattro anni, Abebe era però ancora uno sconosciuto.
La Maratona
Adidas, sponsor ufficiale, fornì all’atleta delle scarpe che gli causarono delle vesciche, dunque Bikila prese la decisione di gareggiare completamente scalzo. Dopo i primi dieci chilometri, staccò il resto della corsa con altri tre atleti e arrivò primo. L’etiope stabilì un nuovo record mondiale, battendo il favorito Popov. Abebe ritornò nel suo paese ricevendo riconoscenze, affetto e gloria da tutta la popolazione.
I problemi di salute
Nonostante un recente intervento di appendicite, l’atleta partecipò nuovamente alle Olimpiadi di Tokyo svoltasi nel 1964 e conquistò la seconda medaglia d’oro nella maratona. Ma la sua decadenza cominciò nel 1969, anno in cui fu vittima di un incidente stradale che lo rese paralizzato dalla vita in giù. Questa disgrazia non lo buttarono a terra, tant’è che ebbe la forza di gareggiare nelle Paralimpiadi di Heidelberg nel tiro con l’arco, tennis da tavolo e nella corsa di slitte.
Abebe Bikila si spense poi nel 1973, all’età di 41 anni, a causa di un’ emorragia cerebrale.
Il suo merito è di essere stato simbolo della liberazione dell’Etiopia dal colonialismo europeo.