Fonte foto: corriere.it
Quante volte abbiamo sentito l’espressione “pozzo senza fondo”? Indubbiamente è il caso di questa curiosa e straordinaria installazione sita a Praga, nella Biblioteca Comunale a Marianske Square, vicino alla stazione metropolitana Staromestska. Il suo nome è “Idiom” e il suo ideatore è l’artista slovacco Matej Kren, il quale è famoso per il suo stile inconfondibile. Egli è solito utilizzare i libri come se fossero dei mattoni per creare le sue opere che spesso sono interattive, in modo da instaurare un legame con chi osserva la sua arte, forse anche per cercare di far appassionare le persone alla lettura. Tra le sue opere più famose e originali vi sono “Passage”, un muro di letteratura installato a Bratislava, e il “Book Cell Project”, una casetta creata con i libri che si trova a Lisbona.
“Idiom” è stato creato nel 1995 in occasione della Biennale Internazionale di San Paolo, dove fu inizialmente installato per poi essere spostato a Praga nel 1998, dove si trova tutt’oggi.Si tratta di un vero e proprio pozzo creato da centinaia di libri colorati e impilati, a cui si può accedere grazie a un ingresso laterale a forma di goccia. La sua particolarità è l‘effetto ottico creato da due specchi posizionati su pavimento e soffito: essi danno a ogni visitatore la sensazione che il pozzo sia davvero senza fondo e ancor più ricco di libri, che grazie ai loro molteplici colori rendono tutto ancora più suggestivo. Kren ha voluto fare in modo che chiunque vi entri abbia la sensazione di intraprendere un viaggio in un mondo parallelo, letteralmente circondato da infiniti libri, proprio come Belle di fronte alla biblioteca del castello incantato ne “La bella e la bestia”: praticamente il sogno di chiunque ami leggere.
Fonte foto: greenme.it
Per il momento non è prevista una data di rimozione dell’opera, ma… a ogni lettore incallito potrà sicuramente interessare il fatto che, se e quando accadrà, ogni singolo libro potrà essere letto da chiunque lo desideri!
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.