Se si pensa di trovare libri polverosi e dal titolo enigmatico e un po’ oscuro, si rischia di restare delusi. Nel 1559 papa Paolo IV crea l’Indice dei libri proibiti il cui arricchimento viene delegato, a partire dal 1571, alla Congregazione dell’Indice sino al 1917. Sono molti i testi che oggi riempiono le scaffalature delle nostre case, che maneggiamo dai primi anni di scuola e che sono stati soggetti a censura. Ed è di questi testi che stiamo per parlare.
Partiamo con i due testi più censurati e che sicuramente tutti conosciamo: Le avventure di Huckleberry Finn. Questo romanzo a un solo anno dalla pubblicazione viene censurato e indicato come inadatto a un pubblico di adolescenti. Questa azione così radicale viene giustificata con il fatto che il romanzo viene considerato volgare, grammaticalmente scorretto e antirazzista. Purtroppo la censura non cessa, come si potrebbe immaginare, alla fine della seconda guerra mondiale. Infatti a partire dagli anni ’50 il testo viene visto come razzista perché non contestualizzato nel suo periodo storico: il 1884. Il manifesto comunista è uno di quei testi che si ipotizza oggi possa girare in gran parte del mondo senza problemi, invece a partire dalla sua pubblicazione, nel febbraio del 1848, sino al 2013, in Turchia non era possibile leggerlo.Altre censure di natura politica e ideologica sono quelle a discapito di George Orwel, che vede censurati sia 1984 che La fattoria degli animali. Di 1984 ne vengono contestate la natura comunista e la sessualità esplicita, mentre La fattoria degli animali rischia di non essere pubblicato perché ciò comprometterebbe il già precario equilibrio fra Occidente e Russia. Altro libro che tutti hanno nominato almeno una volta: Le mille e una notte, proibito in Arabia Saudita e in Egitto perché visto come una minaccia per il tessuto sociale dei paesi. Mentre nell’ex URSS le macchine vengono bloccate per impedire la pubblicazione de Il dottorZivago: pare che a non piacere sia la parte del romanzo dedicata alla “Rivoluzione di ottobre”.
Persino l’Odissea di Omero, che oggi è un perno portante dell’epica, viene censurato: da Platone, il quale ne sconsiglia la lettura da parte di lettori giovani. L’imperatore Caligola a riguardo è più categorico perché giudica l’opera pericolosa per via dell’idea di libertà che emerge dalla lettura. Non sono solo le ideologie politiche divergenti a portare alla censura dei libri. Anche la morale ha mietuto parecchie pagine; in questo caso il record degli anni di censura lo detiene il Decameron di Boccaccio. Segue L’amante di Lady Chatterley scritto da David Herbert Lawrence, che dopo la prima pubblicazione nel 1928 a Firenze, viene censurato. Quello che scandalizza i suoi contemporanei non sono solo le scene e il linguaggio, considerati osceni, ma è anche la storia fra una nobile donna e un uomo appartenente alla classe dei lavoratori. Quest’ultimo fatto è quello che ne decreta la censura in tutta Europa, e in particolar modo nel Regno Unito, dove tornerà alla stampa solo nel 1960. Il mondo nuovo, datato 1932, viene messo al rogo in Australia e censurato in India e in Irlanda per via di come vengono descritte le scene di sesso occasionale e il modo di assunzione di svariati stupefacenti.
L’Ulisse di James Joyce rimane nella lista nera dalla sua prima pubblicazione, nel 1922, fino al 1933, e anche in questo caso quello che destabilizza è la tematica sessuale. Per un periodo di tempo decisamente più breve, dal 1955 al 1959, e per le medesime ragioni, viene censurato Lolita di Vladimir Nabokov. Per non turbare i sogni degli australiani viene censurato anche American Psycho mentre in Libano preferiscono evitare la pubblicazione de Il Codice Da Vinci. Negli Emirati Arabi è il mago più famoso degli ultimi 24 anni, Harry Potter, a essere soggetto a censura perché incita alla pratica della stregoneria. In Cina e in Kansas non hanno piacere a incontrare animali parlanti perché blasfemi e troppo umanizzati. Così Alice nel Paese delle meraviglie viene censurato in Cina e La tela di Carlotta in Kansas.Negli Stati Uniti, prima negli anni ’30 e poi nuovamente negli anni ’50, viene proibito di avere nelle scuole e nelle biblioteche Il mago di Oz. Dorothy è troppo indipendente e non si vuole rischiare che diventi un modello da seguire. Nell’ex URSS, siccome non piace il credo di Sir Arthur Conan Doyle, decidono di fare a meno de Le avventure di Sherlock Holmes.Ci sono anche le censure parziali storiche, come le sei poesie estromesse dalla pubblicazione de I fiori del male di Baudelaire perché pare fossero oltraggiose nei confronti della decenza pubblica. Anche I viaggi di Gulliver vengono parzialmente censurati per i primi nove anni di pubblicazione. Infine: all’insaputa di Ray Bradbury, nel 1967 vengono censurate le parole “inferno” e “maledetto” in Fahrenheit 451.
Abbiamo poi le censure dettate da credi differenti e dalla paura del cambiamento, e per descrivere questa tipologia di oblio letterario, fra tanti, sono tre gli esempi che meglio rendono l’idea. Andando in ordine cronologico, vediamo una censura storica e polverosa così come ce la si immagina grazie a film e romanzi: tutte le opere di Erasmo da Rotterdam vengono obliate per via della presenza del nome dell’autore nell’Index Librorum Prohibitorum. Erasmo da Rotterdam è uomo di lettere: saggista, filosofo, teologo. Il suo scritto più famoso è Elogio della follia. Stampato nel 1511, circola liberamente così come tutti i suoi libri in cui la verità pungente diventa satira, anche dopo la morte dell’autore che avviene 12 luglio del 1536.Viene inserito nell’Indice nel 1580; per dirlo con le sue parole: “la religione senza le bonae litterae comporta in ogni caso una certa pesante ottusità […] I conoscitori delle litterae hanno una cordiale avversione della religione”. Ci spostiamo nel 1859, quando Darwin dà alle stampe L’evoluzione della specie. Il volume viene censurato senza remora nel Regno Unito, in Grecia e nella ex Jugoslavia. Inizialmente la Chiesa cattolica sceglie di non prendere una posizione ufficiale sul contenuto del testo, mentre quella protestante si dichiara totalmente avversa all’ideologia evoluzionistica della specie umana. A seguito del Concilio Ecumenico Vaticano II, la Chiesa cattolica dichiara che non c’è conflitto fra la teoria dell’evoluzione umana e l’agire di Dio.Altra censura significativa è quella relativa a I versi satanici di Salman Rushdie. L’autore, nel suo romanzo, si riferisce ai versi del Corano 19, 20 e 21 della cinquantatreesima Shūra. In questi versi si può leggere la legittimazione alla venerazione delle tre dee pagane preislamiche: Allāt, Uzzā e Manāt. L’autore del romanzo li usa per rendere la dimensione onirica del suo romanzo ancora più sognante.
Il romanzo viene pubblicato nel 1988, e nel 1989 l’autore viene condannato a morte, ma per sua fortuna vive in Inghilterra.
Insomma, per tirare le somme possiamo tranquillamente dire che, a differenza di quanto spesso si pensi, la vita dei libri e di chi li scrive non è poi tanto piatta e noiosa.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.