Parole italiane che sembrano straniere

Parole italiane che sembrano straniere

L’italiano è una lingua romanza e ancora oggi, quando ci esprimiamo, utilizziamo vocaboli e modi di dire che ricordano le nostre radici classiche. Molte parole che sembrano straniere, infatti, arrivano direttamente dal latino e sono rimaste invariate negli anni, sia per pronuncia che per significato. Chissà che ora, viste le recenti proposte di legge, non torni utile conoscerle.

Vediamo insieme i termini più comuni e gli errori che di solito facciamo quando ricorriamo ad essi.

Plus

Alzi la mano chi pronuncia “Disney PLAS”! In realtà, “plus” è un termine latino che significa proprio “In numero maggiore, incremento, eccedenza” e non deve essere letto con accento inglese.

“Non plus ultra” , ovvero la locuzione latina che indica il limite entro cui non ci si può spingere.

-Dal vocabolario Treccani

Audio

Parole che sembrano straniere ma non lo sono

Dal latino “audire”, ovvero ascoltare (“Audio, audis, audit..). Eppure, soprattutto se associato ai termini “Stop”, “Play” e “Repeat”, sembrerebbe a un primo ascolto una parola straniera.

Referendum

Parole che sembrano straniere ma non lo sono

Convocatio ad referendum” era un’espressione che significava letteralmente “Convocazione per riferire”. Da qui, l’accezione odierna di “Istituto giuridico utilizzato per fare esprimere ai cittadini il proprio volere con votazione diretta”.

Bonus

Parole che sembrano straniere ma non lo sono

Nell’antichità voleva dire “buono”, “onesto”. La sfumatura di significato era quindi leggermente diversa. Oggi ci capita di sentire questa parola soprattutto associata a riforme politiche e aiuti alle famiglie. Attualmente, infatti, la parola “bonus” si riferisce ai rimborsi economici o alle premiazioni aggiuntive rispetto a quanto pattuito.

Tutor

Sento spesso pronunciare “ˈtʃuː.tər” all’inglese, ma anche questo termine è latino e il significato è rimasto inalterato nel tempo. Vuol dire ora come allora “Tutore, difensore, aiutante”.

Sponsor

Un tempo era il garante delle nozze e pagava le spese matrimoniali per conto terzi. Quindi anche questa volta siamo di fronte a un vocabolo nostrano e non importato dalla lingua anglosassone, che vuol dire “Finanziatore di manifestazioni, squadre sportive, singole persone, al fine di ricavarne pubblicità o un tornaconto economico.”

Exit

Parole che sembrano straniere ma non lo sono

“Vabbè dai, questa è straniera!” So che lo avrete pensato, eppure siamo di fronte a un verbo intransitivo anomalo. “Exeo, exis, exit… Eximus, exitis, exeunt…” Vi dice niente? A me ricorda le palpitazioni che precedevano le interrogazioni di latino.

Junior

Questa parola richiama il comparativo di iŭvĕnis (lemma appartenente alla terza declinazione), ovvero “giovane” e significa proprio “più giovane”. Non si pronuncia di conseguenza “giunior“, attenzione, ma “iunior“.

Video de L'accademia della Crusca istituzione che studia la lingua italiana, la tutela e la promuove