Il dibattito senza tempo sull’inclusività della lingua italiana si è riacceso di recente. È possibile, quindi, rendere il nostro linguaggio più inclusivo?
Si dice che quella piccola, fastidiosa, comoda, bellissima letterina aggiunta dopo le vocali non si possa, e anzi, non si debba più usare. Ma chi l’ha detto?
Si dice che uno parla un po’ come gli viene, che tanto ti capiscono tutti lo stesso. Ma prova a parlare déi dèi, poi vediamo se non pensano a un ictus.
Ma come si dice? Lo sentiamo dire spesso, in diversi modi, ma qual è il suo significato, e uso corretto? Quale metodo di utilizzo non ci farà rischiare la vita?