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Lingua italiana: le nuove parole che ne fanno parte

Fonte foto: Accademia della Crusca

La società cambia ciclicamente e la lingua evolve con essa. Il modo in cui parliamo adesso, ad esempio, sarebbe sembrato assurdo a un uomo o una donna dei primi anni del Novecento. E, anche se oggi ci sentiamo al passo con la moda e giovani, tra trent’anni il nostro vocabolario sarà un po’ antico per le nuove generazioni. Ciò che oggi consideriamo cacofonico, brutto da sentire, domani sarà la norma. È proprio per questo che ogni tanto ritorna la polemica sulle parole da utilizzare, tra puristi della lingua e modernisti a tutti i costi. Tuttavia, l’evoluzione del vocabolario è un’evidenza di fronte a cui bisogna arrendersi.

Ma come funziona il processo con cui si ufficializzano i nuovi termini? Vediamolo insieme e scopriamo le parole diventate recentemente di uso comune.

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Fonte foto: Accademia della Crusca

Come fanno le parole ad “entrare” nel dizionario?

Per entrare a far parte del vocabolario italiano, i neologismi devono innanzitutto diventare popolari. La frequenza con cui essi vengono utilizzati è infatti il principio cardine per cui vengono prese in considerazione dall’Accademia della Crusca, che ha il compito di analizzarle e capire se presentano le caratteristiche idonee, tra cui la struttura l’utilità, ovvero la capacità di catturare una sfumatura di significato inesprimibile altrimenti. In ogni caso, la decisione non viene mai presa in modo rigoroso e ufficiale, ma si basa sostanzialmente sull’uso che ne viene fatto nel linguaggio comune, partendo quindi dal basso.

Le nuove parole analizzate

Le parole nuove degli ultimi tempi sono tantissime, complici i numerosi cambiamenti che il mondo sta subendo su diversi fronti. Ho scelto di riportarvene alcune usando due criteri: la data di “ufficializzazione” (ho scelto solo quelle comparse prese in esame dall’Accademia dal 2019 al 2022) e l’aspetto simbolico e significativo. Alcune più di altre, infatti, sono lo specchio di ciò che è accaduto nel bene e nel male. L’Accademia della Crusca ha preparato per ognuna di esse una scheda di analisi, dichiarando che non si tratta di incitarne l’uso, ma di fornire gli strumenti per comprenderle meglio.

Gli anglicismi

Il dibattito sugli anglicismi fa sempre infiammare gli animi. Qualche anno fa è stata addirittura presentata una proposta di legge per eliminarli dal nostro linguaggio. Tuttavia, essi sono entrati ormai prepotentemente nel nostro vocabolario. Eccone alcuni.

– Boomer (26 gennaio 2021): appellativo ironico e spregiativo, attribuito a persona che mostra atteggiamenti o modi di pensare ritenuti ormai superati dalle nuove generazioni, riferito alle generazioni nate durante il Baby Boom;

– camperizzare (27 luglio 2020): modificare e attrezzare un furgone, un’automobile o un altro mezzo di trasporto al fine di trasformarlo in camper;

– cringe (11 gennaio 2021): imbarazzante, detto di scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva;

– dissare (13 gennaio 2022): insultare mordacemente qualcuno;

– friendzonare (27 febbraio 2019): respingere uno spasimante;

– unboxing (15 novembre 2021): togliere per la prima volta dalla scatola un oggetto.

 

 

I termini che ci ricordano quello che abbiamo vissuto

Molti termini, purtroppo, sono diventati ufficialmente parte della nostra lingua dopo il 2020, anno della pandemia. I segni di ciò che abbiamo vissuto ci sono rimasti addosso e hanno cambiato anche il nostro modo di parlare.

– Coronavirus (30 aprile 2020): per antonomasia, il coronavirus denominato SARS-CoV-2 responsabile dell’epidemia di polmonite atipica che ha colpito il mondo;

– didattica a distanza/DAD (30 luglio 2020): insegnamento attraverso gli strumenti informatici;

– distanziamento sociale (13 maggio 2020): il mettere distanza fra le persone all’interno della società al fine di ridurre il rischio di contagio;

– green pass (20 gennaio 2022): documento sanitario che attesta la vaccinazione contro il virus SARS-CoV-2, la guarigione dalla malattia COVID-19 o la non positività alla stessa.

I termini che, invece, rappresentano la speranza di cambiamento

Grazie soprattutto alla presa di coscienza delle nuove generazioni, molte cose hanno finalmente trovato un nome. Cosa vuol dire ciò? Che certe ingiustizie le abbiamo sempre vissute, ma ora possiamo dare loro un nome e combatterle.

– Abilismo (10 giugno 2021): discriminazione, pregiudizio o marginalizzazione nei confronti delle persone disabili;

– bullizzare (6 febbraio 2019): sottoporre qualcuno a un trattamento fisicamente, verbalmente o psicologicamente violento, usando eventualmente anche la rete per amplificare l’effetto di umiliazione;

– catcalling (30 marzo 2021): molestia sessuale, prevalentemente verbale che avviene in strada.

Sul sito dell’Accademia della Crusca è presente l’elenco completo.