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Si dice o no?
Si dice, si dice. Ma che significa?
Anche oggi parliamo di scrittura in maniera diversa dal solito.
Si dice sia il più odiato
Quello di cui parliamo qua è indubbiamente l’errore più fastidioso che sia possibile incontrare oggi nel parlato, ma anche nello scritto, purtroppo, italico. È talmente tanto diffuso da essere usato in televisione, nei giornali e talvolta anche negli atti pubblici, ahimè.
Eccolo, il “piuttosto che”: locuzione congiuntiva della lingua italiana. È tipica della coordinazione sostitutiva, per cui una proposizione ne nega un’altra in modo totale e la sostituisce; equivale quindi ad anziché.
Che significa?
Preferirei un gelato alla fragola piuttosto che al lampone.
Il significato dovrebbe essere chiaro: non lo voglio il gelato al lampone, mi fa schifo, fallo sparire! Lo voglio alla fragola! Ho voluto essere gentile dicendoti che lo preferirei alla fragola, ma se me lo porti al lampone te lo faccio ingoiare intero!
Questo il reale (e unico) significato di piuttosto che.
Ma la gente lo usa diversamente
Tuttavia, dilaga in maniera preoccupante l’utilizzo del piuttosto che nel senso di oppure, vale a dire il suo esatto contrario.
Si tratterebbe di una voga di origine settentrionale, sbocciata in un linguaggio non popolare e anzi probabilmente dotato di un certo livello di snobismo. Proprio per questo deve essere accaduto che tra i primi a intercettare la fortemente erronea (convinti di una certa visione chic della stessa) novità lessicale fossero conduttori e giornalisti televisivi, che con i pubblicitari governano, spesso in maniera del tutto involontaria, l’evolversi della lingua italiana di consumo. Da lì a passare agli studenti universitari e poi agli stessi docenti è stato un attimo.
Da dove viene?
È difficile in effetti valutare l’insorgere di questa usanza: sappiamo solo che tra i giovani del ceto medio-alto torinese il piuttosto che errato era già in uso nei primi anni Ottanta. Il lancio vero e proprio dell’errore sui media sembra potersi datare tuttavia dalla metà degli anni Novanta.
Ma si può?
Ma le regole sono chiare: piuttosto che significa anziché, non oppure. L’errore è talmente tanto grave da rendere spesso incomprensibile il senso dell’esposto. Se talvolta alcuni errori hanno superato la prova del tempo fino a diventare ammissibili e poi addirittura uso comune e infine forma corretta, l’inammissibilità del piuttosto che in funzione della disgiunzione è lampante, e il motivo è chiaro: l’ambiguità comunicativa che se ne crea può compromettere fortemente la funzione esplicativa della comunicazione.
Il problema
Abbiamo già detto che se mi porti il gelato al lampone te lo faccio ingoiare intero, con cono e incarto. Ma sono stato piuttosto chiaro nel comunicartelo:
Preferirei un gelato alla fragola piuttosto che al lampone.
Che significa, letteralmente:
Preferirei un gelato alla fragola anziché al lampone.
Qui il messaggio è chiarissimo.
Questione di vita o di morte
Ma se facciamo collassare la funzione comunicativa del piuttosto che trasformandola in disgiunzione il mio interlocutore si sentirà in diritto di capire
Preferirei un gelato alla fragola oppure al lampone.
Insomma, lui capirà che per me il gelato alla fragola o al lampone sono uguali, e non si sta rendendo conto che questa sua ignoranza lessicale andrà a costargli molto, molto cara.
Laureato in Belle Arti, grafico qualificato specializzato in DTP e impaginazione editoriale; illustratore, pubblicitario, esperto di stampa, editoria, storia dell’arte, storia del cinema, storia del fumetto e di arti multimediali, e libero formatore. Scrittore e autore di fumetti, editor, redattore web dal 2001, ha collaborato e pubblicato con Lo spazio Bianco, L’Insonne, Ayaaak!, Zapping e svariate testate locali.