Vinicio Capossela anche quest’anno non ha voluto rinunciare al concerto di Natale al Circolo Arci “Fuori Orario” di Taneto in Emilia Romagna e ha deciso di accompagnare i suoi fans durante tutto il periodo natalizio. Si tratta di un concerto in streaming, da poter seguire dal 25 dicembre fino al 6 gennaio 2021. Il titolo non troppo lontano da questa dura realtà che ci accompagna da mesi “Concerto di Natale al tempo del coprifocolare”. Un vero e proprio concerto-evento che emerge dalle nebbie di questo inverno molto particolare.
La presentazione del concerto parla chiaro: “Per non perdere la tradizione e realizzare l’intimità nella distanza, un concerto nel mitico locale con il vagone dentro e il treno fuori, tra pianoforte pista e bancone. Un canto di Natale con i fantasmi dei natali passati, i presenti e i futuri. Un concertato di esecuzioni, apparizioni, visioni e proiezioni in un luogo che ci ha fatto riunire in festa since 1999, (nel trentennale di all’una e trentacinque circa)”.
È possibile acquistare il biglietto sul sito internet, avendo diritto ad una visione non interrotta del concerto fino al 6 gennaio compreso. Oltre questa data il concerto non sarà più visibile e non saranno possibili rimborsi per i biglietti non utilizzati. Consigliamo di non interrompere la visione del concerto e di non aggiornare il browser durante la visione.
Il cantautore irpino ha lasciato un messaggio all’intera popolazione:
“Per dirla con Marx, in questi giorni uno spettro si aggira per l’Europa: lo spettro dello spirito delle Feste. Temutissimo nell’epoca in cui per manifestare il proprio amore per qualcuno la prova più grande è stargli lontano. Lo spirito delle Feste è per natura comunitario. Spinge a cose proibite come gli abbracci, la vicinanza, la compagnia. Compagno viene da cum panis, dividersi il pane, attività massimamente virulenta. Da qualche mese ci siamo abituati a una parola riservata ad esperienze belliche o di regime totalitario: coprifuoco. Per quanto la parola evochi immediatamente il suono delle sirene antiaeree, ha in realtà una origine molto più domestica. Il fuoco da coprire infatti era quello di casa, il fuoco del focolare. Coprirlo in un certo senso è anche custodirlo, fare in modo che non segnali la nostra presenza, ma allo stesso tempo tenerne vivo il calore, per mantenerci in vita. Da vent’anni il nostro modo di celebrare lo spirito delle Feste è stato quello di organizzare concerti in un locale nella pianura, affacciato alla ferrovia. Il suo nome, Fuori Orario, in quelle occasioni sembrava quasi alludere a un tempo fuori dal tempo. Un tempo a parte, il tempo della festa, che apre una specie di crepa nel compatto tempo dell’utile, del consumo e della produzione. Ogni Festa ha un elemento rituale, la ritualità è garantita dalla ripetizione. Questa ritualità ha creato una specie di tradizione, che come ogni altra in questa fase del nostro vivere associato dovrà subire una trasformazione. La coda dell’anno è da sempre il tempo del passaggio, le dodici notti tra Natale e Epifania, un non tempo in cui la rigida separazione tra mondo Reale e mondo della Verità, come lo chiamavano un tempo, si allenta. Al mondo della Verità, si accedeva spesso in una condizione estatica, in cui l’esperienza avveniva non nel corpo, ma nello spirito. Si partecipava a raduni sabbatici, ci si spogliava della natura umana, si combatteva in estasi per assicurare la fertilità della terra, come nel bellissimo studio di Carlo Ginzbourg sui Benandanti friulani. L’esperienza, pure intensissima, avveniva mentre il corpo restava fermo tra le mura domestiche, in posizione di riposo. Lo spirito letteralmente volava altrove, come in una caccia selvaggia tra i cieli delle 12 notti che culminano con l’Epifania, che significa apparizione, passaggio. Tutte le ritualità del fine anno hanno a che vedere con la resurrezione della luce, dopo l’apogeo del solstizio d’inverno. Il nostro concerto ai tempi del coprifocolare vorrebbe essere un po’ un rito propiziatorio per tornare alla Luce. Lo realizzeremo a mezzo dell’estasi tecnologica garantita dalla rete, questo pneuma che corre tra gli schermi a cui stiamo delegando la vita, con l’auspicio di ritrovarci presto e anche con la determinazione di non spegnere il fuoco domestico, ma anzi custodirlo. Il fuoco da sempre è amico del racconto, anche ai tempi del coprifocolare. Dal 25 dicembre al 6 Gennaio lo custodiremo con un concerto che, come nel celebre canto di Dickens, renderà visibili gli spettri delle Feste passate, di quella presente, e magari anche un po’ quello dei Natali futuri.”
Amante della scrittura e del cibo. Scrivo da quando ho memoria, mangio più o meno da sempre. Giornalista Pubblicista dal 2017, con la nascita di Hermes Magazine ho realizzato un mio piccolo, grande sogno. Oggi, oltre a dedicarmi a ciò che amo, lavoro in un’agenzia di comunicazione come Social Media Manager.