L’ esponente della cosiddetta “arte povera” che trasforma i materiali primari in opere d’arte
Giuseppe Penone, 73 anni, è un artista e scultore torinese esponente della corrente artistica dell’arte povera. Nel 1968 espone nel Deposito d’Arte Presente, realizzando sculture con materiali come legno, rame, ferro. Da quel momento in poi la sua esistenza si pone l’obiettivo di dimostrare la vicinanza dell’uomo con la natura in ogni sua forma. Nel 1970 inoltre inizia a coltivare il rapporto tra il corpo umano e l’ambiente esterno, questa volta cittadino e, incarnando le basi della body art, realizza “Rovesciare gli occhi e Svolgere la propria pelle” nel 1971 e altre opere ispirate a tale rapporto, che individuano nell’epidermide umana la superficie di confine e di dialogo tra l’“io” interno e il mondo.
Espone in tutto il mondo da New York a Parigi passando per la Biennale di Venezia e si addentra ancora di più nel rapporto essere umano – ambiente esterno realizzando sculture come “l’Unghia” interamente in vetro o alberi interamente in bronzo che adornano parchi e con cui la gente vi può entrare in contatto.
“Quello che cerco, quando lavoro su un sasso, su un pezzo di marmo o su un tronco d’albero è prima di tutto la sorpresa ovvero la gioia di sorprendermi” ha dichiarato in un’intervista di 6 anni fa lo stesso Penone.
Vince a coronamento del suo percorso, nel 2014, il Nobel giapponese per l’arte in quel di Tokyo. Attualmente lavora e vive a Torino, sua città natale, continuando la costante ricerca e il costante contatto con tutto ciò che lo circonda!