La didattica ai tempi del Coronavirus: parola agli alunni

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Hermes Magazine torna con un nuovo capitolo su uno dei dibattiti più attuali del momento: la scuola e le soluzioni adottate per la didattica a distanza. Abbiamo già indagato il punto di vista degli insegnanti, ma come vivono questa situazione gli studenti? Zitti zitti, hanno subito il cambiamento della gestione scolastica e della loro quotidianità. Abbiamo fatto perciò qualche domanda a Roberto, che frequenta la seconda superiore, per capire come la pensa.

 

Come hai vissuto la chiusura delle scuole?

 

“All’inizio, quando ancora sembrava essere una situazione temporanea, ne ero contento. Con il passare del tempo poi è diventato pesante: le lezioni sono più divertenti in classe che online, perché ci si confronta (e a volte si scherza) con i compagni, e poi è bello stare con loro anche prima di entrare a scuola, all’uscita e nei momenti liberi come gli intervalli e i cambi dell’ora”.

 

La didattica a distanza secondo te è un’opportunità o un ostacolo?

 

“Io credo che sia un’opportunità. Prima non si faceva nulla a distanza: penso agli adulti che frequentano le scuole serali e che in questo modo potrebbero avere più flessibilità. Oppure, se quando torneremo in classe ci dovesse essere una chiusura straordinaria della scuola, come avviene a volte in caso di elezioni o anche per lavori o manutenzione, avremmo ora gli strumenti per fare comunque lezione, mentre prima non esistevano o non erano utilizzati. Sicuramente non è un ostacolo e può aiutare in tanti modi”.

 

Hai avuto difficoltà con la gestione degli strumenti utilizzati per la didattica a distanza?

 

“No, è tutto strutturato molto bene e utilizziamo diverse applicazioni funzionali, come Google Classroom per le attività, Google Calendar per gli orari delle lezioni e Google Meet per le videochat. In caso di problemi di connessione o di utilizzo delle app, la scuola ha sempre risposto velocemente aiutandoci il più possibile”.

 

A livello di apprendimento, si fa più fatica?

 

“Personalmente no: i professori che spiegavano bene già in classe, mi sembra spieghino ancora meglio. Forse perché essendo solo, seguo meglio e non c’è il solito caos che si crea in classe, se teniamo i microfoni spenti. Alcuni professori, invece, hanno difficoltà a utilizzare gli strumenti digitali, e in questo caso diventa complicato anche per noi. La buona riuscita della didattica online dipende molto dai docenti”.

 

E come se la cavano i professori con questo tipo di didattica?

 

“Alcuni sono preparati, altri hanno più difficoltà, perché non hanno mai usato un computer, o comunque non a fini didattici, o magari hanno problemi di connessione. È una modalità nuova anche per loro, non abbiamo mai usato tecnologie particolari a scuola tranne durante le ore di informatica, per le quali però non abbiamo un’aula ben equipaggiata. Nella nostra classe non c’è nemmeno la LIM!”

 

È facile distrarsi durante una videolezione?

 

“No, al contrario! Quando si è in classe, ci si distrae di più perché c’è più caos. Durante le video lezioni il prof ogni tanto ci chiama e ci fa domande, quindi stiamo attenti. E poi, diciamo la verità, se sei a casa e non vuoi seguire la lezione puoi spegnere il microfono e fare altro senza disturbare gli altri come faresti in classe. Inoltre, non ci sono più quelle lezioni pesanti dove si spiegano mille argomenti nuovi subito seguiti dalla verifica: durante ogni lezione correggiamo i compiti, parliamo di come stiamo, siamo insomma più rilassati rispetto a quando stavamo in classe. Imparo di più proprio perché il ritmo è rallentato, e quindi si riesce a rendere di più. C’è meno pressione per le verifiche, e non ci sono interrogazioni a sorpresa. Studio anche un po’ meno proprio perché i professori, senza gente che disturba, spiegano meglio, e io capisco di più”.

 

C’è qualcuno nella tua classe che non ha gli strumenti per accedere alla didattica online o fa più fatica?

 

“Tutti abbiamo almeno uno smartphone. Alcuni compagni utilizzano scuse come il malfunzionamento della fotocamera o del microfono per non farsi interrogare, ma questa è un’altra storia. Non credo che qualcuno faccia più fatica perché da remoto abbiamo tutti la possibilità di utilizzare gli schemi, mentre prima l’aveva solo chi ha difficoltà di apprendimento. Ora è come se ci fossimo rimessi tutti alla pari, a livello di strumenti. Il problema è che sembrava che quest’anno nessuno sarebbe stato bocciato e ora invece non ne siamo più sicuri. Chi aveva la possibilità di recuperare con la didattica a distanza e non ne ha approfittato, ora rischia!”

 

Ti manca la scuola?

 

“La scuola in sé non mi manca, però la parte sociale sì. Il divertimento, anche in classe, i compagni con cui ridere e scherzare, le uscite dopo la scuola: questo mi manca, molto!”

 


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