La Scrippella è un dolce tipico del mondragonese, dalla ricetta segreta, che allieta l’attesa degli sposi nelle due settimane precedenti al lieto evento.
Nonostante vi siano numerose varianti abruzzesi, la spirale di pasta fritta della cittadina litoranea casertana risulta, secondo gli esperti del settore, la versione che custodisce il gusto autentico, vanigliato e arabeggiante, della Scrippella. Rigorosamente fritta in uno dei tre elementi della triade mediterranea, l’olio d’oliva, cela la sua bontà in una ricetta segreta custodita da pochissime donne mondragonesi e tramandata esclusivamente di generazione in generazione. Oltre alla ricetta, di cui si conoscono per sommi capi solo gli ingredienti ma non le quantità, peculiare è anche l’occasione in cui viene preparata e confezionata, ma andiamo per gradi.
Fonte foto: caserta.italiani.it
Come e quando viene preparata la Scrippella
La tradizione lega inevitabilmente la Scrippella al rito del matrimonio, unica occasione in cui è consentito preparala, e non più di tre settimane prima del rito nuziale. La giornata si svolge come un vero e proprio evento che ha bisogno di largo anticipo per essere organizzato: come ogni festa che si rispetti, conta familiari e amici che si riuniscono per augurare fertilità e felicità alla coppia che di lì a poco andrà a convogliare a nozze. Altra figura importantissima è la Scrippellara, ovvero colei che custodisce l’antica ricetta e unica figura a cui è concesso prepararla.
Come si svolge la giornata dedicata alla preparazione delle Scrippelle
Il rituale propiziatorio per gli sposi inizia alle prime luci dell’alba con la preparazione degli ingredienti che preannunciano l’arrivo della Scrippellara, che per meglio dire è l’addetta ai lavori, infatti preparerà l’impasto che dovrà riposare fino alle sette. Riposato l’impasto giù con pentoloni e olio, si comincia a friggere. Ormai pronte, le Scrippelle saranno successivamente confezionate dalle “aiutanti”, donne parenti della sposa, generalmente la madre, o dello sposo che avranno il compito di decorare il dolce con lo zucchero, avvolgerlo in una carta bianca da pane insieme a cinque confetti posizionati al centro ed inserire un bigliettino con il nome degli sposi.
Confezionati i dolci doni, verranno distribuiti nel quartiere e tra gli invitati e non alla cerimonia da un bambino che avrà il compito si consegnare a mano la Scrippella e riscuotere il piccolo dono in denaro, la “mazzetta”, che servirà ad augurare agli sposi prosperità.
Una tradizione ancora in auge
Questa antica tradizione è ancora ben radicata nel territorio mondragonese e la popolazione non sembra rinunciarvi. Effettivamente rappresenta uno di quei riti che “sfruttano la convivialità” per mantenere salde le radici di un popolo. Infatti, molti in occasione di questa ricorrenza tornano a Mondragone per riabbracciare i propri cari come se fosse un collante per ricongiungersi, un pretesto goloso per tornare.
E allora non può essere ridotto tutto a quell’assaggio, se veramente siamo quello che mangiamo, la Scrippella è un pezzetto di felicità che condividiamo e che sprigiona un ritorno karmico in cui ognuno di noi ha bisogno di credere.
Sono una Boomer intrappolata nel corpo di una Millennial a cui piace scrivere. Ho un background variegato, sono eclettica e la semplicità non sempre fa parte di me (fortunatamente). Ho qualche laurea che attesta la mia specializzazione nel settore food, ma la verità è che mi piace comunicare il cibo in ogni sua forma, mi occupo di formazione, adoro la cultura coreana, la musica underground e vorrei essere perennemente affetta dalla sindrome di stendhal. A livello associazionistico, ricopro il ruolo di Responsabile Comunicazione, Marketing, Ufficio Stampa e Social Media Manager di Slow Food Roma & MULTI, viaggio alla scoperta delle culture e cotture che ci uniscono, evento a cura di Slow Food Roma & Lucy – Sulla cultura, ormai alla sua seconda edizione. Ho collaborato con media territotiali e riviste on line, ma Hermesmagazine è stata l’opportunità per entrare a far parte di una vera e propria redazione giornalistica ed avere uno spazio dove esprimermi e permettere alla mia natura dinamica di captare nuovi stimoli e trasformarli in occasioni per imparare e superare i miei limiti.