Tramonti di cartone: il viaggio nel nostro io più profondo

Il mondo in un libro. Sì, perché ci sono letture di viaggio e altre che hanno il potere di trasportarci in altri “luoghi”, reali o immaginari. E’ una delle sensazioni che ho sempre amato e mi ha dato l’illusione di essere libera.

Tale trepidazione l’ho riscontrata nel meraviglioso libro di poesie “Tramonti di cartone”. È un progetto condiviso di tre autori, Marcello Affuso, Valentina Bonavolontà, Giulia Verruti, l’illustratrice Federica Crispo e la fotografa Erica Bardi. Il ricavato delle vendite verrà interamente devoluto alla Onlus I Care, associazione che ogni giorno lotta per portare in Africa acqua, istruzione e formazione ad un popolo duramente provato dalla fame, dalla miseria, dalla siccità, dalla guerra e da gravi emergenze sanitarie.
L’emozione è la protagonista della raccolta, è il linguaggio attraverso cui si comunica con sincerità, mettendosi a nudo, senza timore di mostrarsi fragili e indifesi, perché la fragilità è la nostra forza, in un mondo trascinato dalla ragione verso la competizione estrema. Sono espressi i sentimenti più dolorosi: l’ansia di cose impossibili, la nostalgia di ciò che non c’è mai stato e il desiderio di ciò che potrebbe essere stato. È una fusione di parole e immagini, due strumenti a nostra disposizione per lasciare qualcosa di “palpabile” al cuore, a chi ama sognare ancora. Nelle immagini dei fotografi affiora l’inconscio dei poeti, trasfigurato nella materia stessa che si proponeva di superare. Attraverso uno scatto si rimane legati per sempre. Le singole parole possono diventare uno scrigno di emozioni e ricordi nell’attimo in cui vengono legate tra loro e creano un testo.

 

Abbiamo intervistato Marcello Affuso, uno degli autori che ci ha spiegato come nasce il progetto ed il suo amore per la poesia.

 

  • Qual è, secondo lei, il punto di forza del suo modo di comunicare attraverso la poesia?

Versificare l’immagine restituendo alla singola parola la dignità espressiva che merita. Per fare questo ho scelto uno stile desueto, lontano dai canoni classici.
Spogliato di retoriche e di segni di interpunzione il periodo si costituisce con un incedere musicale che segue i miei flussi emotivi e mira ad entrare in sintonia con l’anima del lettore”.

 

  • Qual è il suo pubblico ideale? A che lettore pensa quando scrive?

Io penso a tutti coloro che continuano ad essere pendolari di un convoglio emotivo che non offre certezza alcuna. A quelli che come me hanno sofferto e tendo loro la mano, un conforto che possa farli sentire meno soli”.

 

  • Com’è nata l’idea di unire immagini e parole?

“L’idea alla base dei miei libri è di creare una rete, un circolo virtuoso in cui ogni artista possa enfatizzare e aumentare la portata emotiva del proprio lavoro ma anche quello dell’altro”.

 

  • Di chi è stata l’idea di donare all’ONLUS il ricavato?

“L’idea è venuta dal gruppo. Valentina è partita con loro in Uganda in missione umanitaria e ha potuto toccare con mano quanto impegno e dedizione questa Onlus metta nei suoi progetti. A quel punto la scelta è stata ovvia”.

 

  • E per finire, un gioco: se potesse scegliere solo tre libri da consigliare, quali sarebbero?

L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón e Mr Gwyn di Alessandro Baricco”.