Se vi trovate nelle zone di Ancona, dovete sapere che a Chiaravalle esiste il museo dedicato a Maria Montessori. Progettato da Cristiana Colli e restaurato da PLA/STUDIO, è stato inaugurato l’11 dicembre 2021 proprio nella sua casa natale. Motivo per il quale è stato chiamato Casa Montessori Chiaravalle. Qui potrete visitare i luoghi in cui è cresciuta e conoscere in maniera più approfondita la vita di quella che fu la fondatrice del famoso metodo montessoriano.
Nata nel 1870, Maria Montessori rivoluzionò completamente i metodi educativi infantili. Grazie a lei venne aperta la prima Casa dei Bambini a Roma dove si era trasferita per studiare. A proposito di questo: fu una delle prime donne a laurearsi in Medicina. Iniziò personalmente a trattare i suoi piccoli ospiti con rispetto, concentrandosi in particolar modo sul loro sviluppo fisico e badando alle loro capacità personali e relazionali. Cominciò a stimolarli e a dedicare loro tutte quelle attenzioni che, fino ad allora, erano del tutto sottovalutate. Negli anni il suo metodo arrivò anche oltreoceano, raggiungendo persino gli Stati Uniti e i loro metodi educativi tanto rigidi.
Fonte foto: aleteia.org
Un omaggio formato museo
Se siete curiosi di visitare il museo, vi starete certamente chiedendo cosa aspettarvi. Vi ritroverete a visitare un appartamento di 130 mq, suddiviso in diverse stanze ognuna delle quali presenta un tema diverso che vi faranno tuffare del tutto nel metodo montessioriano. Nella Stanza della Mappa potrete conoscere la vita di Maria Montessori, mentre nella Stanza del Metodo scoprirete in maniera più approfondita, per l’appunto, il suo metodo. Naturalmente questo museo è perfetto per i bambini. Proprio per tale motivo vi sono anche delle stanze dove si potrà interagire: la Stanza 3.0, la Stanza di Lettura e la Stanza Verde.
Per maggiori informazioni, orari di apertura e prezzi potete consultare il sito ufficiale del museo.
Fonte foto: chiaravalle.an.it
Si può dire senza alcun dubbio che Casa Montessori Chiaravalle è un vero e proprio omaggio a quella che fu, ed è tutt’ora, una delle donne italiane di cui dobbiamo essere veramente fieri ed orgogliosi.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.