Fonte foto: mercatosottoilsalone.it
È incredibile quante storie nascondano e raccontino le città italiane; un esempio è il Canton dee busie, in pieno centro a Padova. Il luogo racconta tradizioni cittadine risalenti al Medioevo e permette di far assaporare l’atmosfera di un tempo.
Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.
L’origine del nome
I non padovani potranno fare fatica a capire il significato di questa espressione, ma è presto detto: angolo delle bugie. Ma non è quello che pensate: non si tratta di busie d’amore o tradimenti, niente storie romantiche o innamorati clandestini. La storia all’origine del Canton dee busie ha a che fare con il tessuto commerciale, scientifico e legale della città di Padova.
Sulla facciata del Palazzo della Regione che dà su Piazza della Frutta, una delle più note di Padova insieme alla contigua Piazza delle Erbe, sono incise le antiche unità di misura padovane. L’incisione risale al 1277, quando le autorità comunali stabilirono la necessità di un rigoroso controllo delle quantità delle merci che i commercianti si scambiavano in centro a Padova.
Tra i curiosi termini incisi troviamo:
- Copo: una tegola da per misurare la farina.
- Staro: unità di misura per le granaglie.
- Quarelo: per definire le dimensioni del mattone.
- Brazzo o brazzolaro (ovvero, braccio): per misurare la stoffa.
Cosa succedeva ai commercianti quando facevano un uso scorretto delle unità di misura? È qui che entra in gioco il Canton dee busie, l’angolo in cui i bugiardi in questione venivano legati con delle corde sotto l’arco, mentre le sue proprietà venivano vendute all’asta.
A testimonianza di questa usanza si possono notare le mensole in trachite, che sorreggevano i pioli a cui i commercianti colpevoli venivano appesi, sono praticamente distrutte.
Cosa è cambiato nel tempo
Piazza della Frutta è molto cambiata nel corso dei secoli, subendo miglioramenti mirati a facilitare sia l’aspetto commerciale che abitativo. A cominciare già dal 1309, il Palazzo della Regione, il principale monumento storico che troviamo nella piazza, fu ampliato, decidendo così una diversa disposizione delle botteghe.
Tra ‘600 e ‘700 le case vennero sistemate nella zona settentrionale e al contempo vennero rettificati i porticati. Nell’800, poi, furono ulteriormente modificate le case di ponente e settentrione con l’eliminazione delle balconate sostenute da colonne in legno, mentre nel ‘900 furono sistemate le case di levante.
Un luogo da visitare
Piazza della Frutta e Piazza delle Erbe sono di grande attrattiva turistica e non possono certo mancare di una visita, se ci si trova a Padova.
La zona conserva l’aspetto commerciale per cui sono state costruite nel Medioevo. Giornalmente, infatti, le due piazze offrono uno spettacolo di grande vitalità fin dalle primissime ore del mattino, quando i mercanti arrivano per cominciare la propria attività commerciale.
Nel giro di pochi minuti le piazze si affollano di bancarelle, botteghe a cielo aperto e merci di ogni tipo. L’aria si riempie delle grida dei venditori che attirano acquirenti e dell’attività brulicante della gente che si sposta tra i bancali in cerca dei prodotti di cui hanno bisogno e, perché no, del miglior affare.
Da non perdere, in particolare, “Ai due catini d’oro”, l’antica spezieria risalente al XVIII secolo e la pasticceria Graziati, risalente al 1919.
Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.