Elena Zucchi intervista

Elena Zucchi: «il passato influenza il presente, ma non lo determina»

Elena Zucchi è laureata in Lettere ma, conseguito un dottorato in Psicologia, oggi insegna nel corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche del Dipartimento di Psicologia di Milano. Le scintille di Alma (Arkadia) è il suo romanzo d’esordio.

Su di lei

Elena Zucchi

Laureata in Lettere, ma con dottorato in psicologia, oggi insegni proprio in questo ambito. “Le scintille di Alma” in un certo senso è l’opera che riesce a coniugare il tuo animo letterario con quello scientifico?

“Mi piace pensare di sì. Per lavoro, soprattutto come coach e formatrice, mi occupo di percorsi di sviluppo personali e manageriali. Che poi è quello che affronta Alma, la mia protagonista, nel corso del romanzo, evolvendo da uno stato psicologico di forte contrazione e ‘anestesia psicologica’ a una messa in discussione completa di sé stessa, essenziale per la ricerca della sua autenticità.”

Milano fa da sfondo al tuo romanzo: si dice che non si può scrivere di ciò che non si conosce e infatti tu questa città, come apprendo dalla tua biografia, la vivi quotidianamente. Qual è il clima culturale che si respira? È una città a misura d’artista?

“Milano è molto generativa di possibilità e di modi diversi di vivere e di fare arte. Ma è anche nervosa e richiedente, con un livello di stress diffuso sempre più stringente. È una città complessa dai tanti volti: c’è la Milano culturalmente fervida, quella dei grattacieli specchiati, del business e della moda, e poi ci sono le periferie con la loro marginalità e la loro sofferenza,.

Il clima culturale a cui mi sto interessando da qualche tempo è quello di alcune zone che hanno una loro forte storia e che si configurano un po’ come “quartieri paesi”. Come l’Isola, in cui è ambientato parte del romanzo. A fronte del pericolo dell’anonimato e del divenire apolidi nella propria città, come effetto collaterale della globalizzazione, questo tipo di rioni sembra capace di offrire un’appartenenza che non è solo sostegno ma identità vera e propria.

È quello che succede nella storia ad Alma, quando dai quartieri del centro arriva all’Isola, dove incontra una serie di persone e anche di forme d’arte che risulteranno fondamentali per il suo sviluppo.”

Il passato ricorrente

Tra le tematiche ricorrenti vi è di certo quella del passato che torna a infestare la vita quotidiana della protagonista. L’infanzia di Alma non è stata convenzionale e le ha lasciato indelebilmente i segni addosso. Nonostante lei cerchi di reprimere i suoi sentimenti, il trauma dell’abbandono l’accompagna durante tutto il suo percorso di vita.

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Il passato è l’elemento chiave de “Le scintille di Alma”: quanto secondo te esso influisce nella vita delle persone in generale, e quanto determina il carattere di Alma?

“Alma è profondamente segnata dal suo passato, in particolare dalla scomparsa della madre e dalla sua morte in circostanze misteriose, quando lei era bambina. Questo trauma infantile e questa voragine dell’assenza ne hanno determinato un carattere insicuro e spigoloso. Uno dei compiti evolutivi che l’attendono nella storia è proprio quello di “tornare là”, alle proprie origini e districare quella matassa intricata di emozioni non elaborate che la tiene in scacco.

Più in generale, credo che il passato influenzi fortemente il presente, seppur non in modo deterministico perché la cosa più rilevante è la risposta soggettiva che ciascuno fornisce a ciò che gli accade. Si osservano persone risorgere da drammi profondissimi e altre andare al tappeto per eventi oggettivamente meno drammatici. Per fortuna, poi, noi umani siamo vocati alla crescita e abbiamo grandi risorse per elaborare, svilupparci e cambiare.”

 Le relazioni

Alma ha un vuoto che la penalizza: la madre è scomparsa quando era solo una bambina e nessuno vuole dirle cosa sia successo davvero. Ciò la fa partire svantaggiata nella corsa alle relazioni interpersonali, perché non sa mai quanto darsi agli altri e come porsi.

Come descriveresti il legame tra Alma e Lorenzo Boselli, suo padre?

“Lorenzo Boselli è un uomo protettivo ed esigente, che offre e chiede alla figlia il meglio, secondo i suoi parametri. Alma è cresciuta sotto la sua ala e ne subisce completamente l’influenza. Quando si innamora di Marzio, la cui presenza ambigua e intermittente la riporta all’assenza della madre, il suo equilibrio entra in crisi e tutto il suo modo di vivere, a cominciare dal rapporto col padre, viene messo in forte discussione. Sarà indagando nel passato torbido della sua famiglia che Alma avrà modo di capire meglio anche alcuni atteggiamenti paterni e di ripensare al rapporto con lui.  “

La presa di coscienza

Alma dice basta. Un po’ costretta dalle circostanze, un po’ a causa degli stravolgimenti emotivi che la riguardano, si trova costretta ad affrontare il passato. è una vera e propria presa di coscienza, una non rassegnazione al destino.

Senza rovinare l’effetto sorpresa ai futuri lettori: sappiamo che Alma è una donna irrisolta, ma a un certo punto decide di fare luce su ciò che la tormenta. Cos’è che fa scattare in lei la voglia di indagare? E quanto influiscono i personaggi che le ruotano attorno nella sua decisione?

“L’incontro con Pedro, un giornalista argentino che si invaghisce di lei e la stimola a spezzare l’omertà familiare nella quale è cresciuta. Per l’uomo, che ha vissuto in prima persona il dramma dei desaparecidos argentini, la ricerca della verità è un fil rouge esistenziale fortissimo e riesce a instillare lo stesso seme in Alma proponendosi come suo alleato nelle ricerche che partono nel castello di famiglia di lei, dove i due trovano il primo indizio.

Anche altri personaggi, in particolare gli “Isolani” giocano un ruolo essenziale in questo processo, perché supportano Alma nella costruzione di una nuova pensabilità di sé e del futuro, attraverso la rivisitazione del passato.”

Un esordio brillante

L’esordio narrativo per uno scrittore rappresenta un momento cruciale per la sua carriera: una buona riuscita è come un trampolino di lancio verso il mondo letterario, seppur con le difficoltà date dalle aspettative sul futuro certo. Zucchi non delude ed entra in scena stupendo fin dalle prime battute.

Parliamo di te. Sei al tuo esordio, com’è stato l’impatto con il mondo letterario?

“Entusiasmante, perché lo desideravo da anni. Anche complicato però, perché mi ci sono affacciata come un elefante in una cristalleria, completamente ignara delle regole del gioco. Ho la fortuna di appartenere a una casa editrice, Arkadia, dove il rapporto e il confronto sono quotidiani e tutto è costruito insieme, in un clima relazionale di affettuosa collaborazione. “

 

Quali sono i tuoi obiettivi editoriali futuri?

“Sto lavorando a un nuovo progetto, che vede come protagonista sempre una donna, a sua volta molto complessa. Sono nella fase di costruzione della psicologia dei personaggi che per me è qualcosa di essenziale: prima di iniziare a scrivere ho bisogno di sapere tutto di loro, anche quei dettagli che non necessariamente verranno inseriti nella storia. “

Hai in programma presentazioni ed eventi in cui i lettori possono incontrarti dal vivo?

“I due appuntamenti già certi sono l’8 marzo alle ore 18 all’Umanitaria di Roma e il 19 e il 20 maggio al Salone del Libro di Torino, allo stand di Arkadia. Poi organizzerò ancora qualcosa a Milano e ne darò notizia sui miei profili social e sul mio sito.