La Cercatrice d’Acqua è la nuova uscita di Isabella Salmoirago per la casa editrice Paoline, in libreria dal 18 ottobre 2024.
La trama
Chiara ha quindici anni, un peso sul cuore e un vortice di pensieri. Una mail inaspettata arriva a sconvolgerle la vita. Da quel momento, una catena di strane coincidenze la spingerà a lasciare Milano per trasferirsi a Rasiglia, un piccolissimo borgo umbro, dove scoprirà verità inquietanti sul passato della sua bisnonna e sentirà di nuovo quel senso di oppressione, come se il mondo le gravasse sulle spalle. È con questa malinconia che la giovane protagonista si ritroverà immersa nel mondo di Aqua, dove scoprirà di essere l’ultima discendente di una Cercatrice. L’unica cosa a cui riuscirà a pensare sarà tornare a casa, ma il costo per riuscirci sarà alto. L’unico modo per farlo sarà rischiando tutto, compresa sé stessa.
I dettagli
Un particolare che spesso viene sottovalutato è il tipo di carattere utilizzato per la stesura dei romanzi e la dimensione di esso: io credo che invece sia un dettaglio importantissimo perché il font sbagliato può inficiare il piacere della lettura. In questo caso, i caratteri sono chiari e grandi e per me già rappresenta un punto a favore. Questo libro, infatti, utilizza Easy Reading Font, carattere ad alta leggibilità. La copertina è morbida e l’illustrazione, sui toni del blu e del verde acqua, è di Valentina Malgarina. All’interno non sono presenti ulteriori immagini, ma ciò non influisce negativamente, perché le descrizioni dell’autrice sono minuziose e mai pesanti e coinvolgono il lettore a tal punto da sentirsi parte integrante della storia. La narrazione si svolge in 224 pagine, il prezzo al pubblico è di 12 euro e l’età di lettura consigliata è 11+.
Soffrire e ridere insieme
Chiara ha vissuto una tragedia e ne porta il peso addosso. Lo capiamo fin dalle prime righe e subito empatizziamo con lei e con la sua storia. Non importa cosa è realmente accaduto, non ci interessano i dettagli (svelati d’altronde solo alla fine), perché riusciamo ugualmente a immedesimarci e a fare il tifo per lei. Così accadrà a qualsiasi adolescente che decide di avventurarsi nella lettura de La Cercatrice d’Acqua: anche chi non vive situazioni patologiche riuscirà a soffrire con la protagonista e a capire quello che sta provando, perché ogni ragazzo vorrebbe essere ancora spensierato come un bambino ma allo stesso tempo smania per entrare nel mondo degli adulti, facendosi responsabile del peso che ciò comporta.
Chiara, sospesa tra due mondi
Chiara vuole tornare nel mondo reale, vuole stare con la sua famiglia, ma si accorge di stare bene ad Aqua. La possibilità di viaggiare tra il mondo reale e immaginario è metafora di questa ambivalenza adolescenziale: “sono grande, voglio essere considerata grande, ma dentro di me vive ancora un animo puro fatto di sogni e ricordi di infanzia”.
Vedi? Forse non è vero che non appartieni a questo mondo, Ki.
“Hai ragione. Allora perché mi sento triste?”
Forse perché ormai appartieni a due mondi. E il tuo cuore è diviso a metà”.
“A me sembra più spezzettato in mille pezzi…”
Allora, quando li rimetterai insieme sarà ancora più bello.
Il lieto fine che non annoia
Senza spoilerare troppo, possiamo dire che il lieto fine c’è, ma non è scontato: Chiara riesce a trovare un equilibrio tra i due mondi, tra la magia e la realtà, e il suo viaggio interiore termina… Ma non del tutto.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.