Grace Hopper: storia di un cervello femminile votato alla scienza informatica

Fonte foto: US National Archives

È notizia recente che, in Italia, qualcuno abbia affermato che – mentre la mente maschile sia più naturalmente incline ad affrontare materie matematiche e ingegneristiche – l’istinto femminile conduca la categoria a immolarsi felicemente all’accudimento del focolaio e della prole. Ah, dimenticavo. Ovviamente – se desideroso di studiare – il cervello femminile è naturalmente sedotto da materie umanistiche e inerenti la cura del prossimo.

Di ciò non ne sarebbe tanto convinta la Donna di cui vi parlo oggi per la nostra rubrica Storie di Donne. Grace Murray Hopper, classe 1902, è stata infatti una delle pioniere della programmazione informatica (oltre che a una brillante mente matematica e una militare). Alt… “Siamo sicuri che non fosse un uomo?!” potrebbe pensare qualche furbetto. La risposta è: no, assolutamente. Grace era una donna, una con i… purtroppo non lo posso dire qui!, una che si è fatta valere e ha dimostrato quanto il cervello femminile non sia assolutamente da meno di quello del compare maschile. Io ci aggiungerei un ‘anzi’, ma probabilmente andrei fuori tema.

Nel raccontarvi della sua vita – oltre che le solite informazioni biografiche quali “era la maggiore di tre figli” ecc ecc… – vorrei soffermarmi su un aspetto che, leggendo la sua storia, mi ha fatto capire come mai intraprese una brillante carriera nel mondo dei bit e dei byte. Fin da piccola, Grace si è sempre dimostrata molto curiosa, in particolare sul funzionamento dei vari congegni; pensate che a soli sette anni, smontò ben sette sveglie per studiarne i meccanismi interni. Non le riuscì, poi, a riassemblare, ma direi che possiamo anche sorvolare su questo aspetto.

Nel 1934 ottiene il Ph.D in matematica a Yale (sì, signori, il più alto grado di istruzione possibile, in una materia decisamente scientifica, in una delle più prestigiose università). Per due anni insegna matematica nello stesso college dove lei stessa ha studiato, per poi arruolarsi nella Riserva della Marina nel 1943. Da qui la svolta che consacrò il suo nome alla fama mondiale.

Grace, infatti, è nota per il suo lavoro sul primissimo computer digitale della Marina – l’Harvard Mark I –, dopodiché fu assegnata niente di meno che all’Ordenance Computation Project dell’università di Harvard. Harvard! Mica spiccioli…

 

 

Ma non è finita qui. Perché se il suo nome già aveva iniziato a circolare sulle bocche dei più informati, la sua carriera ha un ulteriore salto di qualità nel 1949, quando fa il suo ingresso nella prestigiosa Eckert-Mauchly Computer Corporation, la società sviluppatrice dell’ENIAC, uno fra i primi computer digitali a essere messo in circolazione. La stessa società stava, in quel periodo, lavorando anche al progetto dell’UNIVAC I, destinato a diventare il primo modello di computer destinato alla vendita. La nostra Grace ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progettazione del COBOL (uno dei primi linguaggi di programmazione, ancora oggi utilizzato da diversi software in particolare nell’ambito bancario), occupandosi di portare avanti l’idea di “compilatore”.

Nel 1966 si congeda dalla Riserva, tuttavia, date le sue preziose capacità, viene subito richiamata per lavorare alla standardizzazione del linguaggio sui computer militari. Viene congedata nel 1986, questa volta definitivamente data anche la notevole età di ottantaquattro anni, col grado di rear admiral, contrammiraglio. E se non è una donna con i contro… ah, giusto, dimenticavo che siamo online! Comunque mi avete capita: se non lo è lei, non so chi possa esserlo.

Un’ultima chicca prima di lasciarvi: chiudete gli occhi e pensate a quante volte, nella vostra vita di ogni giorno, sentite utilizzare il termine bug per indicare un errore intervenuto nei vostri dispositivi: “È un bug del sistema!”, “Gli hacker sfruttano i bug per entrare nei vostri pc e rubarvi i dati!”, “L’aggiornamento del sistema operativo è andato a correggere i seguenti bug.”

Ebbene, miei cari, sappiate che questo termine, così diffuso e di moda nel linguaggio della società di oggi, è stato ideato proprio da Grace Murray Hopper.