Il suo vero nome era Cleopatra Tèa Filopàtore e il suo destino era da sempre racchiuso in questo nome dal significato eterno: Gloria del padre Dea.
Figlia del generale macedone Tolomeo Teo Filopàtore Filadelfo Neo Diòniso, meglio conosciuto come il faraone Tolomeo XII, regnò sull’Egitto prima al fianco del padre, durante gli ultimi anni della sua reggenza. In seguito rimase al fianco del fratello ed infine al fianco del figlio Tolomeo XV Cesare, avuto con Giulio Cesare, con il nome di Cleopatra VII.
Lei rimase l’unica costante durante gli ultimi decenni di vita dell’antico Egitto, lei era l’unica medicina capace di tenere in piedi l’ultimo baluardo di ellenismo e di cultura alessandrina. Una cura a base di uomini di potere: Giulio Cesare e Marco Antonio, nel tentativo di far ripartire l’economia del regno per riportarlo all’antico splendore. Quando, a seguito della morte di Giulio Cesare, Cleopatra si rivolse a Marco Antonio per avere il suo aiuto per preparare il figlio Tolomeo XV Cesare a diventare faraone sembrava quasi che la regina avesse trovato l’uomo giusto per assicurare un futuro alla propria famiglia e all’Egitto.
Purtroppo le cose non andarono secondo i piani, Ottaviano riuscì ad avere la meglio e nel 30 a.C. Cleopatra si tolse la vita per non diventare un trofeo di guerra. Le voci ed i pettegolezzi sullo stile di vita di Cleopatra furono innumerevoli, molti però non erano che dicerie messe in circolazione per screditare la dinastia Tolemaica, della quale Cleopatra e il figli erano gli ultimi superstiti, in favore della romanizzazione.
Nel lungo periodo però l’intento di Ottaviano diede all’ultima regina d’Egitto un alone di conturbante mistero capace di fare arrivare l’eco della sua vita fino ai nostri giorni. A lungo e erroneamente si è pensato che il potere di Cleopatra dipendesse dal suo aspetto irresistibile e che fosse stata questa bellezza fatale a permetterle di avere al suo fianco uomini tanto potenti. Invece Cleopatra era una donna dal naso decisamente poco discreto, non particolarmente avvenente ma con uno sguardo ipnotico che lasciava intravedere la sua forza. Una forza data da un mix di: intelligenza, passione e testardaggine.
Cleopatra conosceva la matematica, l’astronomia, aveva una cultura vastissima, parlava 8 lingue, conosceva la medicina (scrisse anche trattati di tossicologia), dipingeva, suonava e la scintilla della sua intelligenza si rispecchiava nel suo saper usare l’ironia in modo che fosse bene accolta. Complice di tanta sagacia era l’educazione impartitele: cresciuta come una donna di classe agiata della Grecia di Alessandro Magno, per lei la retorica era pane quotidiano.
Si trattava di una donna potente che oltre ad essere regina era una donna che voleva affermarsi e che ribadiva la sua superiorità intellettiva. Era una madre attenta, ma anche una stratega e condottiera sul campo di battaglia.
Oggi l’alone di mistero cede il posto al ritrovamento di una figura femminile forte e decisamente attuale. Una donna che ha costruito la sua vita e deciso che cosa farne fino all’ultimo respiro.
È leggenda anche la scommessa del banchetto da 10 milioni di sesterzi del quale le fonti riportano come, con un gioco di astuzia, la regina vince la sfida con Marco Antonio in questo modo: davanti ad una tavola imbandita come di consuetudine Marco Antonio fa notare a Cleopatra di non vedere sulla tavola nulla che possa far raggiungere al banchetto la cifra della scommessa. A questo punto la regina si sfila uno dei suoi orecchini di perle, lo mette i un bicchiere d’aceto e mentre la perla si scioglie inizia a berne il contenuto. Sono i commensali che decretano la vittoria della regina prima che lei proceda con lo scioglimento della seconda perla.
Infine la sua morte ha smesso di essere un emblema della tragicità, poiché la regina, esperta in tossicologia, con molta probabilità ha preparato personalmente un cocktail a base di aconito, oppio e cicuta per poter scivolare dolcemente fra le braccia della morte.
Lavoro come grafica-creativa, illustratrice e content editor freelance.
Sono diplomata in grafica pubblicitaria e parallelamente ho studiato disegno e copia dal vero con Loredana Romeo.
Dopo il diploma ho frequentato beni culturali presso l’università di lettere e filosofia e parallelamente seguivo un corso di formatura artistica, restauro scultoreo e creazione ortesi per il trucco di scena.
A seguire l’Accademia Albertina di Belle Arti con indirizzo in grafica d’arte (che mi ha permesso di approfondire: disegno, illustrazione, incisione, fumetto).
Sono sempre stata interessata e assorbita dal mondo dell’arte in tutte le sue forme e dopo la prima personale nel 1999-2000 non ho mai smesso di interessarmi alle realtà che mi circondavano.
Nel 2007 ero co-fondatrice e presidente dell’Associazione Arte e Cultura Culturale Metamorfosi di Torino e in seguito ho continuato e continuo a collaborare con vari artisti e ad esporre.
L’amore per l’arte in tutte le sue forme, il portare avanti le credenze e le tradizioni familiari hanno fuso insieme nella mia mente in modo indissolubile: filosofia, letteratura, esoterismo, immagine e musica.