Sissi: la breve vita della sensibile principessa

Questa settimana la rubrica “Storie di Donne” é dedicata ad una delle figure femminili più importanti, non solo dell’epoca in cui ha vissuto, bensì probabilmente dell’intera storia moderna: infatti, l’influenza culturale e sociale di Elisabetta di Baviera, in arte “Principessa Sissi“, imperatrice d’Austria nel 19° secolo, oltrepassa decisamente il mero contesto storico, andando a consolidarsi, oggi, come una delle donne più popolari di sempre anche grazie all’ambito cinematografico e teatrale, che ne hanno reso famose la biografia e le gesta (ad oggi la filmografia che la riguarda conta circa 28 opere).

 

Il suo nome completo era Elisabeth Amalie Eugenie von Wittelsbach in Bayern, in italiano Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach in Baviera, é stata Imperatrice consorte d’Austria, Regina apostolica d’Ungheria e Regina consorte di Boemia. Una breve presentazione non sarebbe sufficiente a raccontare l’intera (seppur abbastanza breve) vita di Elisabetta, di cui sarà importante perciò evidenziare, oltre alla biografia, al terribile assassinio in giovane età e al matrimonio con Francesco Giuseppe, anche la particolare visione del mondo, sia a livello politico che inerente “il culto della bellezza”, a cui dedicava tutte le sue forze.

 

Sissi nacque a Monaco di Baviera, nell’allora Capitale del Regno di Baviera, il giorno della Vigilia di Natale, il 24 dicembre del 1837. Appartenente alla Casa Reale Wittelsbach, Elisabetta era figlia di Massimiliano Giuseppe in Baviera e di Ludovica di Baviera, che non vissero però un matrimonio felice: il padre ebbe infatti diverse amanti e figli illegittimi e la madre decise di occuparsi personalmente della crescita e dell’educazione dei figli (cosa insolita per l’epoca, soprattutto vista la posizione sociale altolocata). Nonostante la situazione familiare complicata, Elisabetta ebbe un’infanzia serena: crebbe a Monaco, nel lussuosissimo palazzo reale appartenente ovviamente alla famiglia, ed ebbe anche uno stretto legame con alcune città italiane, tra cui Trieste (numerose infatti le sue visite al Castello di Miramare). 

 

La giovane era di animo sensibile, premurosa ed altruista, fin da piccola fu cresciuta con metodi aristocratici ma, nonostante questo, educata a occuparsi delle persone più bisognose. Durante una festa organizzata dal fidanzato di una delle sorelle (i cui nomi erano Ludovica, Sofia ed Elena), conobbe Francesco Giuseppe, di cui in seguito divenne sposa. Nonostante inizialmente il nobile fosse promesso ad Elena, si invaghì immediatamente di Sissi, si fidanzarono e dopo poco meno di un anno convogliarono a nozze. Da questa relazione nacquero 4 figli, di cui una però morta appena in fasce, all’età di circa 2 anni, ed il principe ereditario Rodolfo (morto suicida).

 

Una delle annate più complicate per l’imperatrice (e per l’Austria) fu il 1859, anno in cui Napoleone III fece dichiarare guerra al Regno di Sardegna da parte dello Stato patria di Sissi. In seguito ad una pesante sconfitta nella Battaglia di Magenta del 1859, il marito Francesco Giuseppe decise di lasciare Vienna e comandare personalmente l’esercito. Dopo averlo salutato, Elisabetta cadde così in un profondo stato di disperazione e solitudine, fece drastiche cure dimagranti e a sfiancanti allenamenti. Dopo diversi anni, la guerra si concluse con l’armistizio di Villafranca, che imponeva all’austria di rinunciare alla provincia della Lombardia. Nonostante il rientro in patria del marito, Sissi non tornó mai come prima: le diete particolarmente restrittive e gli allenamenti stancanti la fecero ammalare ulteriormente, probabilmente a livello psicologico prima che fisico. Sana in gioventù, cominciò a star male a contatto con l’ambiente della corte, dove, a causa anche delle ripetute crisi di nervi, si sottoponeva a diete esagerate e drastiche. Oggi, dopo numerosi studi, si ipotizza che la Principessa soffrisse di anoressia nervosa, che non le venne ovviamente all’epoca diagnosticata.

 

Nel settembre del 1898, l’imperatrice prese alloggio a Ginevra, dove verrà assassinata con una pugnalata al petto, con un unico colpo, all’età di 44 anni. L’attentatore, dopo aver tentato di fuggire inutilmente, interrogato dalla polizia sulle motivazioni del gesto, dirà al commissariato:”Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi”.

 

Nonostante la posizione sociale altolocata, Elisabetta disapprovò sempre le condizioni aberranti a cui era costretta la maggior parte della popolazione austriaca ed ungherese, sottolineando la scorrettezza delle disparità tra i nobili e la gente del popolo, che arrivo addirittura a definire:”oppressi dall’ordine stabilito”. Elisabetta verrà in seguito descritta come anti-clericale, libertaria e pre-comunista, insofferente alla vita di corte e a tutto ciò che la riguardasse, compresa la sua stessa etichetta di “aristocratica”.

 

Sissi aveva una vera e propria ossessione per il suo aspetto fisico: quella che ad oggi studiosi ed esperti hanno definito malattia mentale, all’epoca non le venne ovviamente mai diagnosticata ed anzi, venne considerata “culto della bellezza“. Sissi dedicava la maggior parte delle sue energie, se non tutte, alla cura dell’aspetto fisico, nel tentativo di mantenersi bella ed attiva come da giovane. Alta circa 172 cm, arrivó a pesare addirittura 50 kg. Spendeva quotidianamente quasi 3 ore per vestirsi, poiché gli abiti le venivano quasi sempre cuciti addosso per risaltare la snellezza del corpo. Come se non bastasse, Oltre a maschere di bellezza per il viso fatte con composti naturali e animali, ricorreva ad un rigidissimo regime alimentare, dormiva con i fianchi avvolti in panni bagnati e beveva misture di albume d’uovo, il tutto per mantenere il peso e la forma fisica che ritenesse “ideale”.