I bonobo, i nostri parenti più prossimi

Una scoperta a cui si è arrivati grazie a un importantissimo lavoro, finanziato dai fondi Futuro e Ricerca del Miur, a cui hanno preso parte tantissimi ricercatori internazionali guidati dal team del professor Mario Ventura del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari e di Evan E. Eichler del Dipartimento di Genome Sciences dell’Università di Washington (Seattle).

Un’ampia collaborazione internazionale, dunque, ha sequenziato il genoma di un raro esemplare in cattività di questo primate. Dal confronto con i genomi dell’uomo e dello scimpanzé è stato possibile dimostrare un fenomeno già ipotizzato in vari studi precedenti: una piccola percentuale del genoma umano è più vicino a quello del bonobo o a quello dello scimpanzé più di quanto non lo siano tra loro le due scimmie.

Grazie a nuove tecnologie questi studiosi hanno sequenziato il genoma del bonobo (Pan paniscus) creando il nuovo genoma di riferimento per tutta la comunità scientifica internazionale e il loro lavoro è appena stato pubblicato sulla rivista Nature.

Il genoma era stato già sequenziato nel 2012 ma al tempo le tecnologie erano obsolete e mancavano molti frammenti. Il professore spiega:

“Noi abbiamo ricreato e riassemblato il genoma grazie a nuove tecnologie che ci hanno permesso di ottenere qualcosa di estremamente completo, anche se ancora ci sono piccoli gap da colmare. Questo ci permette una analisi molto più precisa dei geni e ci permette di comparare quelli di bonobo, scimpanzé e uomo. Abbiamo trovato geni in più nel bonobo, altri persi, alcuni presenti nel primate e non nell’uomo e viceversa”.

Tra le scoperte, anche geni che il bonobo ha perso e che invece l’uomo ha, in dettaglio per esempio quelli legati alla risposta immunitaria. “Alcuni geni vengono sottoposti a una forte pressione selettiva positiva, ovvero a una forte variabilità, e questi sono soprattutto i geni della risposta immunitaria. Geni variabili proprio perchè devono rispondere a infezioni o agenti esterni. Un importante dato che abbiamo contribuito a scoprire”.

 Proprio questi geni persi saranno protagonisti di nuovi studi condotti nei laboratori di Bari, “ci concentreremo per esempio su un gene che si occupa della protezione nell’intestino dell’infezione di batteri patogeni, che nell’uomo è presente e nel bonobo no. Come si protegge dalle infezioni di batteri il bonobo per esempio nel suo colon se questo gene gli manca? Dobbiamo studiare per avere risposte” ricorda Ventura.

Inoltre, studi precedenti sui muscoli dei bonobo, hanno rivelato che sono molto più simili all’anatomia umana rispetto agli scimpanzé.  Le ricerche hanno anche mostrato un mosaico evolutivo tra queste tre specie, nel senso che alcune caratteristiche sono condivise tra uomini e bonobo, altre tra uomini e scimpanzé, e altre tra le due specie di scimmie.

Qualche notizia in più 

Il  DNA dei bonobo coincide per il 98,7% con quello dell’uomo. La somiglianza con gli scimpanzé ha fatto sì che fosse riconosciuta come specie a sé soltanto nel 1929. Rispetto agli scimpanzé, tuttavia, i bonobo sono generalmente più bassi, più snelli e hanno il pelo più scuro. A oggi sappiamo poco su queste affascinanti scimmie antropomorfe. Vivono in gruppi che contano dai 30 agli 80 individui, capeggiati da una femmina. La loro struttura sociale marcatamente sviluppata si basa su armonia e collaborazione. Rispetto alle altre scimmie, i bonobo sono molto più pacifici. La loro strategia per evitare i conflitti è il sesso.

I due primati sono molto simili per molti aspetti, ma differiscono per alcuni tratti fondamentali. Per esempio, gli scimpanzé maschi utilizzano l’aggressione per competere per la gerarchia di dominanza e per ottenere sesso, oltre a cooperare per difendere il loro territorio, e attaccare altri gruppi.

Viceversa, i maschi di bonobo sono comunemente subordinati alle femmine e sono queste ultime ad associarsi e a sviluppare forti legami sociali. Quando è ora di nutrirsi, hanno la precedenza e distribuiscono loro il cibo. I maschi non competono per avere una posizione di dominanza all’interno del gruppo. Inoltre, non stringono alleanze con gli uni con gli altri e non esistono prove di aggressioni letali tra diversi gruppi. Rispetto agli scimpanzé, i bonobo appaiono giocosi per tutto il ciclo di vita, mostrano un’intensa attività sessuale per scopi diversi dal concepimento. Con grande frequenza questi animali copulano o si strofinano i genitali gli uni con gli altri. L’intensa attività sessuale viene interpretata come strumento per ridurre lo stress e mantenere l’armonia nell’organizzazione sociale e coinvolge anche esemplari dello stesso sesso.

I bonobo vivono unicamente nella Repubblica Democratica del Congo e sono inclusi nella Lista Rossa delle specie a rischio e il WWF si batte da oltre 50 anni per i bonobo e per la conservazione del loro habitat.

Oltre a frutta e noci, i bonobo mangiano foglie, spezie, semi, fiori, midollo vegetale e corteccia. Occasionalmente si nutrono però anche con cibi di origine animale, come insetti e piccoli mammiferi.