È ormai un anno che è iniziata l’epidemia da Covid-19 e insieme al suo arrivo anche le nostre teste, le nostre emozioni, le nostre ragioni e priorità sono andate in due direzioni differenti, diametralmente opposte. Da un lato, come spesso capita, all’inizio è subentrata la negazione del “è come un’influenza”, fino a quando non è stato più possibile non vedere la Pandemia; siamo passati poi all’evasione, trovando milioni di modi per evitare di pensare alla catastrofe che ci stava investendo. Per rendere meno complicata la situazione insostenibile che ci siamo trovati ad affrontare. Così, fuori dai balconi ci siamo messi a cantare, abbiamo riscoperto passioni, abbiamo lavorato da casa con l’ausilio di device sempre più potenti, ci siamo messi a cucinare, causando l’estinzione del lievito madre sugli scaffali dei supermercati, abbiamo fatto aperitivi collegandoci in videochiamata, sentendoci anche un po’ più rimbambiti del solito, ci siamo storditi di serie TV. Dall’altro lato, abbiamo osservato e sentito crescere il panico; quello che ci investiva alla sera prima di chiudere gli occhi e al suono dell’ennesima sirena dell’autoambulanza. Quello del “moriremo tutti” che diventa, nella sua versione più razionale e controllata, sana voglia di approfondire, di capirne di più: dando il via alla ricerca di fonti attendibili, (anche se non sempre siamo stati in grado di scindere cosa fosse realmente la realtà e cosa no) ma anche di suggestioni letterarie e cinematografiche per orientarsi nell’era del virus.
È chiaro che tutto ciò è giustificabile, e nei loro elementi positivi queste tendenze vanno assolutamente assecondate, visto il periodo: calibrando quindi la necessità di distrarci con l’ansia e la voglia di informarci in modo serio, (ma anche leggero) su tutto ciò che ci sta capitando. E farlo con i libri, credetemi, è la cosa migliore. Già nel primo articolo abbiamo dato ampia voce a due grandi esponenti della Letteratura, quali Camus e Manzoni, ma le epidemie sono anche trattate in molti altri libri. Andiamo a conoscerne altri cinque.
Josè Saramago – Cecità
Un capolavoro dei nostri tempi, della letteratura fantastica, un’allegoria ancora più potente sulla nostra insita e crudele capacità di non vedere gli altri. L’epidemia, che fa da sfondo agli eventi di queste pagine, inspiegabilmente si diffonde e avvolge le persone in una nebbia lattiginosa che li rende ciechi: da quel momento è un susseguirsi di orrori e sopraffazioni.
Philip Roth – Nemesi
Il contagio di cui narra questo libro è dato dalla poliomielite, e come Albert Camus, anche Roth esplora i sui effetti sulle emozioni – paura, rabbia, dolore, morte – di una piccola comunità scrivendone con grande maestria.
Gesualdo Bufalino – Diceria dell’Untore
Il libro di Bufalino racconta ciò che è accaduto nel ‘600 con l’arrivo della peste, e tra ciò che alla fine dell ‘800 e ‘900 è stato rappresentato dalla tubercolosi. La tisi, che altro non è che una variante della tubercolosi, è al centro di questo racconto dello scrittore siciliano: la vicenda si svolge in un sanatorio, dove la reclusione, il divieto e lo stato d’eccezione sono la nuova normalità. Attualissimo, in quanto parla e racconta di una realtà che non è poi così lontana dalle nostre quarantene.
Decameron – Boccaccio
Nel contesto di distruzione e morte del contagio descritto dall’autore, vengono presentati i protagonisti della storia (meglio difinita come cornice narrativa – quella della peste): sette nobili ragazze e tre giovani uomini, che decidono di lasciare la città di Firenze e rifugiarsi in campagna per sfuggire al contagio e al degrado morale in una situazione drammatica come quella che si palesa anche nei nostri libri di Storia. Un martedì mattina, presso la chiesa di Santa Maria Novella, si riuniscono infatti sette donne (che l’autore, per loro rispetto, maschera dietro gli pseudonimi di Pampinea, Filomena, Neifile, Fiammetta, Elissa, Lauretta ed Emilia), di estrazione nobile, raffinate, eleganti e assennate a cui si aggiungeranno tre uomini ovvero Dioneo, Filostrato e Panfilo. Tra queste figure emerge Pampinea, che, essendo la più adulta delle sette, delinea la drammatica situazione della sua città e la necessità di fuggirne il prima possibile. Decidono di vivere un’esperienza di aggregazione per sfuggire alla molesta malattia che sta generando il panico in tutta la città. In questa storia si articolano 100 novelle, raccontante da protagonisti che fuggono dalla logica morale, che fanno ridere e che fanno stare bene. Una sorta di esorcismo all’inquietudine che caratterizza un’epidemia.
La Valle nel Virus – Gessica Costanzo e Davide Sapienza
Un libro che ogni persona dovrebbe leggere, per rendersi conto di quanto il male che dilaga senza che le istituzioni siano in grado di fare qualcosa possa togliere vita e respiro alla gente normale. Alla gente che lavora. Alla gente che paga le tasse. Alla gente che ha bisogno di risposte e non ne ha. L’epicentro della prima ondata del Covid-19 è stata quella delle valli, sopratutto della Val Seriana. Un libro che resta e che raccoglie le testimonianze di chi, durante il periodo di marzo-aprile 2020, ha affrontato il terrore e la paura, e che ad oggi porta gli strascichi emotivi e fisici delle perdite che ha subito e di quello che è stato. Bergamo ha pianto, e dentro queste pagine capirete il perché. E comprenderete anche quanta forza e voglia di rivalsa le comunità Bergamasche siano riuscite a tirar fuori. L’orgoglio nella tragedia. Nel ricordo di chi, per una mal gestione delle cose, si è visto spegnersi il respiro. Eppure, tramite le voci e le testimonianze, ve lo posso garantire, Bergamo tornerà a respirare. A pieni polmoni. Con uno squarcio nel cuore, che in pochi saranno in grado di accarezzare.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.