L’autrice
Daniela Stallo è un’insegnante che vive a lavora a Pisa. Prima di Bruciati vivi, ha pubblicato La città sul mare per Le Brumaie.
L’opera
Bruciati vivi, edito da Arkadia per la collana Eclypse, racconta le vicende di Luisa, una donna di mezza età che insegna in una scuola secondaria molto distante da casa. La donna, pendolare per necessità, si ritrova ogni giorno a viaggiare in auto per diverse ore, costretta in una fastidiosa solitudine che, nel lungo periodo, la vede affaccendarsi in monologhi interiori sempre più irreali e inquieti. La storia è scritta sotto forma di diario personale e conta circa 188 pagine.
Si tratta di un noir atipico, in cui l’autrice, attraverso una narrazione intimistica e parziale, espone e descrive il proprio mondo a poco a poco. Il lettore viene accompagnato nel turbine di emozioni della protagonista quasi per mano e si ritrova, nel giro di pochi capitoli, in una posizione privilegiata, da cui riesce a percepire le ansie e le paure e a farle sue. La routine prevedibile e sfibrante del mondo scolastico, grazie alla conoscenza accurata della scrittrice, si presenta ben evidenziata nel testo. Il malcontento serpeggia tra le righe e, attraverso di esso, scopriamo il rapporto di Luisa con le persone che la circondano: il marito distratto, le colleghe troppo entusiaste, l’amica moralizzatrice. La relazione con gli studenti, invece, è volutamente fredda e distaccata e mette in risalto il disincanto per una professione logorante e ripetitiva.
La tematica principale è quella del “burn out”, ovvero la sindrome percepita da chi si trova in una situazione professionale prostrante e insoddisfacente. L’insegnante, infatti, vive palesemente uno stato depressivo che la porta a considerare rimedi cruenti ed estremi come fattibili e sensati. Ci troviamo, insomma, a tutti gli effetti nella testa dell’antieroe, ne comprendiamo il ragionamento e finiamo quasi per giustificarne le azioni.
In conclusione
Attraverso un flusso di pensieri sincero, torna a galla la quanto mai attuale questione dell’istruzione italiana: le falle nel sistema sono tutte lì, nero su bianco, in un’agenda che comprende solo dieci mesi ma che basta a far risaltare i fatti nudi e crudi, compresi di sbagli e le aggiustature. La parte centrale risente un po’ della lentezza e della ripetitività tipiche della vita vera, ma questo non fa che aumentare il valore dell’opera. A mano a mano che entriamo in sintonia con Luisa, quindi, ci scolliamo dal concetto di giusto e sbagliato, accettiamo il suo equilibrio sbilenco, le sue brutture e le sue ossessioni, e finiamo con il volerle bene.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.