Il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, rappresenta dal 1816 una eccellenza mondiale nel settore museologico, sia per quanto riguardi l’arte antica, i reperti archeologici, così peculiari in questa zona, sia per le testimonianze del medioevo, del Rinascimento, come la prestigiosa collezione Farnese, sia delle epoche successive sino ad arrivare a esposizioni d’arte contemporanea che si svolgono al suo interno.
Sino al 25 febbraio 2025 l’importante mostra: “Da Pietro Fabris a Vincenzo Gemito. Nuove acquisizioni del MANN” presenta al pubblico più di cento opere tra acquerelli, gouaches, incisioni e fotografie d’epoca (nelle quali sono documentate sia le sale del museo che vedute degli scavi di Pompei), nonché statue bronzee, copie ottocentesche di antichi capolavori.
Quello che viene presentato è il frutto di nuovi acquisti e donazioni che ha potenziato il museo negli ultimi due anni e che fanno riferimento a un periodo temporale che va dal diciottesimo al diciannovesimo secolo.
Gli artisti più importanti
Si sa poco della biografia di Pietro Fabris (1740-1792). Si ipotizza che avesse origini inglesi per la sua consuetudine di aggiungere alla firma dei suoi quadri la dicitura: ”English painter”. Attivo a Napoli tra il 1756 e il 1792, amava riprodurre nei suoi dipinti spazi aperti con inserimenti di maestose architetture e sono famosi i suoi scorci della città di Napoli e del Vesuvio.
Fonte foto: MANN Napoli
Tra le opere di maggior pregio si può certamente elencare un grande acquerello del pittore, scultore e incisore romano Filippo Maria Giuntotardi (1768-1831) specializzato in paesaggi di intonazione drammatica tardo-barocca, che rappresenta una delle più antiche vedute di Pompei (Porta Ercolano).
Fonte foto: MANN Napoli
Inoltre la bellissima replica in bronzo di una statuetta pompeiana, il “Narciso” di Vincenzo Gemito (1852-1929), scultore napoletano dalla vita molto travagliata che lo ha visto prima acclamato sia in Italia che in Europa per il suo incisivo realismo per poi languire nelle spire della follia ed essere dimenticato.
Il MANN che festeggerà i suoi 250 anni nel 2027, annuncia per quella data nuovi allestimenti e l’esposizione di reperti ora custoditi nei depositi.

Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.