Erich Maria Remarque e il viaggio nel tempo

La storia del mondo, nonostante le innovazioni e le scoperte geniali che hanno cambiato profondamente la vita degli esseri umani, è piena di guerre, lacrime e dolori. Non esiste un periodo nella Storia senza almeno una guerra. Ed è chiaro che gli ultimi grandi conflitti bellici, la Prima e la Seconda guerra mondiale, sono stati gli episodi più dolorosi per ogni popolo della nostra Terra. Oggi vogliamo parlare di un scrittore tedesco che è stato probabilmente il primo a raccontare tutta la verità su come una guerra possa cambiare non solo il mondo, ma la vita di una persona. Si tratta di Erich Maria Remarque e della sua più famosa trilogiaNiente di nuovo sul fronte OccidentaleIl ritorno e I tre camerati.

Dapprima, i tre libri erano stati venduti tutti insieme e, come accadeva spesso a quei tempi, ne era stata proibita la stampa. Il governo tedesco non accettava opere in cui si parlava della inutilità della guerra in generale e degli errori commessi dal governo stesso. Nel primo libro, Niente di nuovo sul fronte Occidentale, il lettore incontra il soldato Paul Bäumer, un giovane ragazzo di diciannove anni che, insieme ai suoi amici, decide di arruolarsi come volontario al fronte. I giovani cuori colmi di avventura credono soprattutto alla propaganda del governo e cercano di trovare la fama, diventare eroi della propria patria. Ma con il passare del tempo i ragazzi si accorgono di quanto la guerra sia inutile. Giorno dopo giorno la loro avventura diventa una tragedia e uno dopo l’altro, i ragazzi vengono uccisi.

Remarque ci fa vedere con gli occhi del protagonista degli episodi orribili, e anche tristi. La morte è accanto ai nostri eroi: ecco una bomba che esplode, e un ragazzo con cui Paul aveva scherzato un minuto fa è diventato un corpo fatto in mille pezzi. Ecco le notti accanto ai prigionieri francesi e russi, che fanno sesso tra di loro per la mancanza di donne. Un francese, dopo un colpo grave ricevuto da una bomba, sta per morire e prova a rimettere gli organi dentro la propria pancia lacerata. E Paul piange, in un attimo si è sentito colpito da quello che è successo, si trova accanto al nemico e gli chiede di lasciare un indirizzo: “Scriverò a tutti, che tu sei stato un eroe. Ti prometto che dopo la guerra passerò da loro, e se mai fossero in difficoltà li aiuterò“. Ma non succederà mai.  Nell’ultima pagina del romanzo Remarque uccide il protagonista. È un un gesto speciale. L’autore ci fa vedere che non esiste una pace. La guerra, come un inferno, assorbe tutto.

Facciamo un viaggio in avanti nel tempo e incontriamo gli eroi della seconda parte della trilogia. Tutti giovanissimi, ma già con occhi vissuti. Infatti, gli abitanti della città vedono che non sono più ragazzi, ma anche che c’è qualcosa che non va. I nostri eroi come ErnstFerdinand e gli altri non possono tornare alla vita normale. Qualcuno torna al fronte, dove trova la propria morte, altri si suicidano. Remarque, oltre alla tragedia psicologica, ci presenta nel libro anche la differenza tra le varie vite. C’era un conte, che al fronte aveva paura di tutti e veniva sempre picchiato per il suo rango sociale, ma era sopravvissuto; e ora, quando i nostri eroi lo incontrano, lui non li saluta nemmeno e fa finta di non riconoscere quei poveracci. Il ritorno è un romanzo più poetico filosofico rispetto alla prima parte, mentre I tre camerati, uno dei più famosi romanzi di Remarque, è un classico del suo genere e conclude il “ciclo dell’anima”. Il nostro eroe incontra una bellissima ragazza, ma i fantasmi della guerra e degli incubi a cui è sopravvissuto non gli permettono di  diventare un uomo normale e godersi l’amore come la conosciamo noi.

Il periodo della letteratura mondiale del tempo di Remarque si chiama “la generazione perduta“. Ernest Hemingway, Remarque e gli altri scrittori del dopoguerra hanno creato le loro profezie, hanno spiegato la psicologia dell’inferno della guerra e con ogni loro personaggio ci chiedono di non ripetere gli errori dei nostri predecessori.