Dolceacqua comune ligure della provincia di Imperia, venne descritto da Monet con queste parole:
Il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza.
Fu questo il motivo per cui decise di dipingere i due simboli del paese: il castello e il ponte.
Fonte foto: visitdolceacqua.it
Monet scopre Dolceacqua
Monet trascorse due settimane in Riviera con Renoir alla fine del 1883. Ne rimase talmente impressionato che non appena tornato a casa iniziò subito a programmare un nuovo viaggio in quei luoghi. Il 23 gennaio, infatti, è a Bordighera deciso ad esplorarne i dintorni. Arriva, così, nell’entroterra della Val Nervia dove scopre Dolceacqua, il borgo medievale che si riflette nelle acque del Nervia e lo trova talmente bello da volerne dipingere i due simboli: il castello e il ponte. Ancora oggi sono presenti nel paese due cornici che indicano i punti dai quali l’impressionista francese ritrasse quei paesaggi. Uno dei suoi quadri porta il nome “Le Chateau de Dolceacqua”.
Fonte foto: turismo.it
Dolceacqua
Si tratta di un borgo medievale piuttosto piccolo che si può visitare in mezza giornata. Sotto il monte Rebuffao troviamo la parte più antica del paese, dominata dal Castello Doria le cui vicende si intrecciano a quelle del paese. Il Castello fu fatto costruire nel XII secolo dai conti di Ventimiglia, su uno sperone roccioso. Da lì intendevano controllare gli ingressi nella Valle Nervia. Il secolo seguente venne acquistato da Oberto Doria che lo ampliò trasformandolo in una residenza signorile. Il terremoto che, nel 700, distrusse il borgo di Bussana, danneggiò in modo serio anche il castello.
Dolceacqua diede i natali alla madre di Andrea Doria, politico ed ammiraglio genovese, come ricorda un affresco all’inizio del paese.
Fonte foto: facebook.com
Urbanistica del borgo
Il paese si è sviluppato in cerchi concentrici attorno alla rocca. Il ponte, che tanto colpì Monet, fu costruito nel 400. L’unica arcata lo rende proporzionato ed elegante.
Il centro del paese è caratterizzato da vicoli, i carugi, sui quali si affacciano case molto alte dalle strette finestre, spesso collegate da un lato all’altro del vicolo, da archi. Sulle case sono talora presenti stemmi, soggetti religiosi o allegorici, raffigurati su pietra nera. Tra le viuzze che scendono verso il fiume sono presenti molti studi di pittori che hanno eletto Dolceacqua a loro abitazione e ad oggetto dei loro quadri. La piazza del paese accoglie la parrocchia di S. Antonio Abate, del 1400, che ingloba una torre angolare quadrata delle antiche mura sulla quale è stato costruito il campanile. Al suo interno è conservato il polittico di Santa Devota di Ludovico Brea.
Fonte foto: fermoiltempoeviaggio.it
Curiosità
Chi dovesse decidere di visitare Dolceacqua, dopo aver visto e fotografato tutto quello fin qui esposto, dovrebbe assolutamente recarsi in Piazza Mauro. In questo angolo del borgo vi è infatti una installazione da non perdere. Poiché questa è la terra del vino Rossese, per ricordarlo ai visitatori, vi è una fontana dalla quale sgorga del vino.
No, non fatevi illusioni. Si tratta solo di acqua colorata di rosso per richiamare il rosso del vino. Nessuna degustazione gratuita dunque ma un’idea carina.
Fonte foto: guidemarcopolo.it
Se piacque così tanto a Monet sono sicura che piacerà anche a noi. Buon viaggio.
Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.