È vero, la conformazione della Liguria, stretta tra le montagne dell’Appennino e il suo profondo mare, la rendono una meta turistica estiva per eccellenza. I caratteristici paesini e le cittadine in estate sono visitati da moltissimi turisti di tutte le nazionalità.
Ma il suo vero fascino, l’intrinseca bellezza delle coste e degli antichi insediamenti sono realmente godibili proprio ora, nella stagione autunnale; quando le viuzze, i “carruggi“, si ammantano di nuovo dei silenzi antichi e del vociare in dialetto dei loro abitanti.
Così in questi mesi, le bellezze uniche delle Cinqueterre, cinque borghi marinari: Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, arroccati tra le ripide colline dello spezino, a strapiombo su piccole calli naturali, si ammantano di una attrattiva diversa, più intima e raccolta, nelle loro antiche architetture casuali, dettate dalla scoscesa configurazione del territorio circostante.
Il Levante
A est e a ovest di Genova la morfologia territoriale è molto diversa. Il Levante possiede una orografia più marcata: i rilievi montuosi si spingono direttamente sul mare e poche sono le zone costiere pianeggianti su cui in passato fu possibile edificare insediamenti cittadini. Una di queste è la piana di Levanto che ancora conserva il suo nucleo medioevale e numerosi reperti storici. Un altro esempio, questa volta più grande e strutturato è costituito da Chiavari, al centro del golfo del Tigullio, le cui punte estreme sono Sestri Levante e la famosissima Portofino. La città possiede un ampio centro storico, costruito con strade parallele, intersecate da viuzze perpendicolari, ed è dotato di una delle vie a portici più lunghe in Europa.
Il Ponente
Il Ponente ha invece una geografia più dolce: ampi terreni pianeggianti si affacciano sul mare e molte sono le amene e storiche cittadine costiere come Albenga, mete ambite del turismo estivo. Ma è sulle colline, a ridosso della linea costiera, che si nascondono veri e propri piccoli gioielli. Incantevoli paesini costruiti sulle colline, per sottrarsi, forse, alle incursioni dei pirati saraceni, molto frequenti dall’anno mille in poi.
Apricale con le sue stradine in salita e gli archi medioevali o Triora, il paese delle streghe nell’imperiese, che tutt’ora conserva tradizione e memoria delle persecuzioni di cui furono vittime le donne del paese, tanto da far soprannominare il piccolo villaggio “Salem d’Italia”.
E poi c’è Bussana Vecchia, una frazione sulle alture di Sanremo, da paese spopolato e in rovina dopo il terremoto del 1887. Ha conosciuto in seguito nuova vita e nuova vocazione essendo stata ripopolata da una comunità di artisti provenienti da tutto il mondo, che l’ha ristrutturata e trasformata in contenitore di piccoli atelier e laboratori artistici a cielo aperto.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.