Attraversando la Calabria, incastonata tra le province di Reggio Calabria e Catanzaro, si trova un’area detta “grecanica” perché risalente a quell’epoca e custode di segni ancor oggi tangibili della storia greca. Tra i borghi grecanici più noti vi sono Pentedattilo, Bova, Roghudi. Qui sono ancora visibili piccoli segni dell’insediamento greco come scritte sugli edifici in greco antico, filastrocche e modi di dire trasmessi di nonno in nipote. Altre tradizioni sono quelle musicali e folcloristiche, che vengono evocate nelle serate estive grazie al Festival Paleariza che fa tappa in alcuni di questi Comuni.
Proseguendo lungo la statale ionica in direzione opposta, non lontano dalla Riace dei Bronzi, ritroviamo un’altra testimonianza storica di pregio; questa volta del periodo bizantino. Si tratta di Stilo, un piccolo borgo che sorge alle falde del Monte Consolino.
Il borgo è particolarmente affascinante perché nel X secolo è sorto un unicum tra le sue rocce: la Cattolica, una piccola chiesa greco-bizantina di forma cubica formata da grossi mattoni color rossiccio misti a malta che spicca tra la brulla roccia e la verde vegetazione. La struttura all’esterno è quasi priva di decorazioni mentre all’interno conserva affreschi. L’ambiente è formato da tre absidi e sovrastato da cinque cupole di forma cilindrica.
Questa parte di Calabria è ancora tra le più autentiche e meno trasformate dalla mano dell’uomo, mantenendo tra i suoi vicoli lo stesso odore montano misto a iodio che forse si respirava all’epoca dei personaggi illustri che la abitarono. Tra questi spicca il nome di Tommaso Campanella.
Situato a quasi 400 mt sul livello del mare, il borgo si affaccia su una vallata che fa viaggiare la mente in tempi lontani: fiumare, rocce, verdi arbusti, piante spontanee e fichi d’india la cingono. In fondo, sulla linea dell’orizzonte che si confonde col cielo si ammira l’azzurro intenso del mare. La fiumara dello Stilaro, completamente secca nella stagione estiva, traccia una sorta di strada curvilinea che accompagna l’occhio negli 11 chilometri che separano il borgo dal Mar Ionio.
Stilo si trova nelle cosiddette “Serre”, una zona collinare e boschiva che risulta di grande rilevanza ambientale perché consente il collegamento tra la Sila a nord e l’Aspromonte a Sud della regione. Le Serre costituiscono un Parco regionale che fu istituito nel 1990. A Stilo, dalla sommità del monte Consolino si scorge l’intera Costa dei Gelsomini chiamata così per la coltivazione della pianta del gelsomino. Stilo ne rappresenta una delle estremità, l’altra è il Comune di Bova.
Le strade del borgo sono state attraversate da numerose culture, come testimonia la Fontana dei Delfini di derivazione araba che celebra la cacciata di Ottone, imperatore tedesco. La posizione geografica rese il borgo mira espansionistica di molti. Il Castello normanno, costruito da Ruggero II, contribuì alla sua inespugnabilità. Le parole dello stesso Tommaso Campanella, oltre a descrivere il panorama sottolineano quanto il borgo fosse ambito.
Sovra il Monte di Stilo
Monte di Magna Grecia, ch’al gran seme
non misto a gente unqua a virtù rubella,
in Stilo, patria mia, nel tempo ch’ella
siede nel lido ove l’Ionio freme,
doni albergo secur, sì che non teme
d’Annibale la gente cruda e fella,
che per tutto scorrea dalle castella,
predando i mari e le campagne insieme […]
La posizione di Stilo è frutto della decisione degli abitanti che secondo la leggenda decisero di stabilirsi ai piedi del monte Consolino per scappare da saccheggi e distruzioni. La figura di Tommaso Campanella, noto soprattutto per l’opera filosofica “La Città del Sole” fu un faro di sapienza per Stilo: egli poco prima della stesura del libro organizzò una congiura (poi fallita) per liberare la Calabria dalle incursioni spagnole. Altro elemento che sottolinea le continue incursioni subite da Stilo e la sua importanza strategica è rappresentato dalle cinque porte che delimitano il perimetro del borgo.
L’intera vallata dello stilaro per la sua vegetazione, le opere e la sua posizione è il luogo ideale per comprendere un territorio meno noto rispetto alle coste calabresi che consente di immergersi in una parte d’Italia selvaggia e vera, ricca di storia e testimonianze del passato ancora ben conservate.
Sociologa calabrese con specializzazione in sviluppo del territorio, particolarmente interessata ai temi delle aree interne e della loro valorizzazione e ripresa economica.
Con questi obiettivi ho creato Let’s CA, una piattaforma che racconta il territorio dal punto di vista paesaggistico, culturale e associativo. Ne portale si supportano le piccole realtà, pubblicando costantemente le esperienze da vivere nella Locride e nell’Area Grecanica. Di recente insieme ad altri soci è stata costituita l’Associazione di promozione sociale Let’s Ca – Andiamo in Calabria, che porta avanti i valori nati da questo percorso.
Su Hermes scrivo di svariati temi, anche se prediligo gli argomenti di experience ed di arte.