Agrobiodiversità: l’agricoltore è custode del territorio

Agrobiodiversità: l’agricoltore è custode del territorio

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“L’agro-biodiversità comprende la varietà e variabilità di animali, piante e microrganismi che sono importanti per il cibo e l’agricoltura e che sono il risultato delle interazioni 4 tra l’ambiente, le risorse genetiche e i sistemi di gestione e le pratiche usate dagli uomini.” 

(FAO, 1999)

L’agrobiodiversità è intesa come diversità biologica in agricoltura, che interessa le specie vegetali coltivate, le razze delle specie animali di interesse zootecnico, le specie di insetti e i microrganismi applicato in un ambito prettamente rurale. In questo contesto entrano in gioco gli agricoltori che sono definiti come custodi dell’agrobiodiversità fornitori di cibo per gli esseri viventi, ma anche dal punto di vista sociale, ambientale, paesaggistico ed economico in particolare in quelle aree marginali del mondo.

Quando si parla di agrobiodiversità, inoltre, si intende anche la valorizzazione dei prodotti tipici che ci contraddistinguono dalle altre nazioni, della conoscenza del territorio in cui viviamo e della storia, l’interesse nel creare economie che valorizzino le attività agricole di nicchie e non che diano profitto per chi investe nella custodia di questi valori attraverso organizzazione di eventi, fiere e sagre, nel contrastare l’abbandono delle terre soprattutto in aree marginali e montane che spesso risultano frammentate e difficili da raggiungere abbandonate in particolare dai giovani che non riescono ad investire e trovare la propria strada nella propria terra di origine e il valore paesaggistico che l’attività rurale regala a tutti noi con il tradizionale paesaggio agrario ricco di tradizioni e di biodiversità come gli uliveti in Puglia e i vigneti nella Toscana.

In Italia esiste un’associazione molto attiva e conosciuta che è nata proprio con l’obiettivo di la valorizzazione dell’agrobiodiversità e della tradizione agroalimentare attraverso manifestazioni, libri, guide e moltissime altre attività ed è la Slow Food fondata nel 1986 da Carlo Petrini, con il principio di produrre cibo “buono, pulito e giusto”.


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