Friluftsliv - La ricetta norvegese per una vita outdoor

Friluftsliv – La ricetta norvegese per una vita outdoor

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In Norvegia la vita trascorsa all’aria aperta è un segno distintivo della nazione, tanto da avere un nome specifico. Con il termine “friluftsliv” si indica il tempo trascorso all’aria aperta, camminando in un parco cittadino oppure facendo trekking sui colli.

Il friluftsliv è infatti un atteggiamento filosofico-esistenziale, grazie al quale ogni persona può riscoprire il valore dello stare in natura e all’aria aperta.

Si può davvero fare a qualsiasi temperatura e in qualsiasi luogo (e naturalmente a qualsiasi età!), ma l’unica regola è che sia presente sufficiente natura nei dintorni.

Infatti, per godere appieno del tempo trascorso all’aria aperta – e condurre una vita più sana – non è necessario fare sessioni di palestra intensive.

Non servono nemmeno grandi attrezzature né una vasta disponibilità economica, perché ciò che conta è il desiderio di riconnettersi alla natura.

Insomma: più ci si inoltra nel verde, più il nostro organismo ne trae vantaggio.

Fonte foto: Pixabay

Friluftsliv: origine del termine e caratteristiche

L’espressione friluftsliv fu coniata per la prima volta dal drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, che la usò in un suo componimento del 1859 intitolato “Sulle cime”.

Il protagonista della poesia era un contadino che, stanco della vita frenetica che conduceva, decise di rilassarsi all’aria aperta e trascorrervi il resto della vita.

In Norvegia – e per gli altri popoli scandinavi – trascorrere il tempo all’aria aperta è una priorità assoluta. Le basse temperature del clima rigido non hanno impedito al popolo norvegese di praticare il friluftsliv, tant’è che se n’è fatto un oggetto di studio.

Addirittura nel 1957 fu istituita una legge che regolasse le attività previste dal friluftsliv, ad esempio, fu concesso di camminare in aree non recintate, pena gli atti di vandalismo.

A questa regola si aggiunse, poi, la possibilità di piantare una tenda e di raggiungere la meta di proprio interesse in camper, parcheggiando però ad una distanza di almeno 150 metri da eventuali aree protette.

Fonte foto: Pixabay

Imparare dai Norvegesi per praticare il friluftsliv

Con l’intensificarsi dell’attività industriale e con l’arrivo della tecnologia in ogni comparto dell’economia, le città sono diventate sempre più cementificate.

Per non parlare delle crescenti deforestazioni che hanno privato molti popoli indigeni del loro rapporto quasi divino con Madre Natura. Inoltre, si è aggiunta la speculazione edilizia degli ultimi decenni, che ha cancellato le zone di verde presenti in molte città.

Tuttavia, parallelamente a questi fatti, si sta verificando anche un trend positivo, dall’importanza sia architettonica che sociologica.

La riqualificazione dei quartieri è, infatti, un fenomeno che interessa sempre più metropoli a livello mondiale, soprattutto nei paesi sviluppati. I quartieri diventano più “verdi” e, di conseguenza, aumentano i parchi dove trascorrere il proprio tempo libero.

Questa tendenza premia innanzitutto la maggiore presenza di giardini, siepi o aiuole ad ogni angolo della strada, ma è altrettanto fondamentale la piantumazione di nuovi alberi.

In questo modo, i cittadini possono aver l’opportunità di godersi ampi ritagli di tempo all’aria aperta, lontani dal traffico, senza il bisogno di percorrere decine di chilometri al di fuori della città per respirare aria pulita.

Fonte foto: Pixabay

Invece i norvegesi, che abitano vicini alla natura incontaminata, non hanno dovuto riscoprire il rapporto con la natura, perché era già un loro segno distintivo.

E’ anche per questo che sono uno dei popoli più felici al mondo.

Possiamo dunque prendere a esempio la resilienza del popolo norvegese, che trascorre molto tempo all’aperto, tanto con la pioggia quanto con la neve, pur di condurre una vita più sana e all’insegna del benessere psicofisico.


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