acqua santa

Acqua Santa: l’amore secondo Francesco Di Bella

Francesco Di Bella torna con un nuovo progetto discografico, Acqua Santa. Un sequel del precedente O’Diavolo del 2018 per mostrare l’altro lato della medaglia, ciò che unisce, che complica per poi semplificare, risolvere. L’amore secondo Di Bella è tutto concentrato qui.

Anticipato da Che ‘a fa? con Alice (Thru Collected) e Menamme ‘e mmane, Acqua Santa segna un graditissimo ritorno del cantautore, dopo quasi 30 di carriera al fianco del suo gruppo storico, i 24 grana, dopo sperimentazioni individuali e collaborazioni di successo. Dopo sette anni dall’ultimo progetto solista, O’Diavolo, album di inediti rilasciato nel 2018, torna con un sequel che in realtà è un’antitesi del disco precedente. Acqua Santa dimostra che non è tutto perduto, con otto tracce essenziali che parlano d’amore come una condizione che va conquistata nel tempo, in un’atmosfera pacifica e sussurrata, intima ed autentica.

Acqua Santa – la recensione

Francesco Di Bella, in collaborazione con il produttore Marco Giudici, traduce le sue idee in musica e parole, rigorosamente in lingua napoletana, conferendo un’aura di sospensione e consapevolezza, di rassegnazione che in realtà sa di rivalsa, con parole e sonorità gentili, che sanno bene dove andare e colpire.

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Il disco si apre con il trascinante singolo Che ‘a fa? ,  con la collaborazione di Alice, che ha prestato la voce al brano e che è parte del collettivo napoletano Thru Collected, che ha, inoltre, curato l’artwork di copertina di Acqua Santa. Si parla d’amore e si parla di Napoli, delle incomprensioni, delle bugie che si raccontano e che è la città stessa a raccontare, con l’odore di un caffè bruciato. Ma è la ballad Menamme ‘e mmane, seconda traccia del disco, a commuovere in un essenziale piano e voce, sul darsi da fare, mentre assistiamo alle attese altrui della ciorta. E, spettatori dei movimenti lenti della vita, di una nave che lascia il porto, nuie menamme ‘mmane. Ci rimbocchiamo le maniche.

Una preziosa visione dell’amore in Stella che brucia è affidata alle voci di Di Bella e Colapesce che sapientemente narrano l’amore lontano dalla magia degli inizi con versi autentici, che raccontano le sfumature di un sentimento in un momento di stasi. Addà passà ‘sta jacuvella. Lo stesso tema è ripreso in Canzoni dove l’amore incontra le naturali difficoltà del tempo che passa e lotta per la sopravvivenza con l’arma della consapevolezza.

Poesie intime, sussurrate nel buio della notte, in una sequenza ovattata ma incisiva come N’ata luna e Miez’ a’ via, ci riconciliano pacificamente ad una accezione positiva dell’amore, in cui non necessariamente il silenzio nasconde (Senza parlà). Acqua Santa chiude il disco tra sacro e profano, nell’essenza partenopea.

Le otto tracce inedite di Francesco Di Bella sono una naturale declinazione dell’amore, lontana dalla banale retorica positivista, dal vagheggiamento dettato dall’innamoramento, dallo struggimento della fine. Una visione che pacifica le orecchie di chi ascolta, come l’andare e venire delle onde, il moto perpetuo che toglie, ma restituisce a chi sa aspettare e sa rimboccarsi le maniche. Così, l’amore secondo Di Bella.