Una scritta bianca su sfondo nero: EPILOGUE.
Sono le 15 circa e sul web, rimbalzando da un profilo all’altro, si diffonde un video che colpisce al cuore migliaia di giovani e meno giovani, appassionati di elettronica e non. 8 minuti tratti dal film Electroma, film pubblicato nel 2006, in cui protagonisti assoluti sono i due caschi più famosi della musica, i Daft Punk. Una scena toccante, l’ultima che vede il duo francese camminare nella stessa direzione in una landa deserta per poi separarsi. Per sempre. Il tempo procede lentamente e, da un certo punto in poi, viene scandito dall’assillante bip di un timer attivato da Guy-Manuel de Homem-Christo sulla schiena di Thomas Bangalter. 60 secondi. 3, 2, 1: esplode la notizia, i Daft Punk non esistono più.
28 anni di successi, di synth pop anni ’80, di autotune come elemento kitch per eccellenza e non semplice identificativo dell’attuale genere trap. Iconici i Daft Punk lo sono stati sì per il mondo della musica ma anche dell’immagine: nella memoria collettiva, il nome del duo, preso dalla primissima recensione apparse sulla rivista inglese Melody Maker che definì i due “stupidi teppisti”, rimanda automaticamente ai due caschi robotici, uno dorato, l’altro argentato. Da ragazzi poco raccomandabili a performer a 360°, i Daft Punk hanno reso accessibile a tutti il sound del club, della discoteca, rielaborato, rimescolato e personalizzato attraverso l’inconfondibile french touch che ha reso il duo unico; lì dove l’elemento uditivo si unisce al visivo, le luci, l’effetto strobe dei live, i videoclip sono il valore aggiunto. Tutto sembra suonare anche premendo il tasto Mute. Rimbomberebbe dalle casse ancora oggi, se i club fossero aperti, Around the World, pura essenza dei Daft Punk: una ciclicità del suono, riprodotta dal synth ma anche dai movimenti nel videoclip, una salita e discesa ripetuta, che porta a muovere la testa anche ai più bacchettoni.
La musica dei caschi metallici si è, ahimè, concessa ben poco live. Dall’ultima performance ne sono passati di anni (era il 2007); da lì qualche sporadica apparizione in occasione dei Grammy e dei numerosi premi collezionati con le hit planetarie tratte da Random Access Memories, quarto album in studio uscito nel 2013, una su tutte Get Lucky.
Oggi si chiude un’era, i Daft Punk ci hanno sorpreso, One More Time.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.