Creato enzima che elimina i rifiuti in poche ore

Creato enzima che elimina i rifiuti in poche ore

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L’uso massiccio e sconsiderato della plastica rappresenta una delle cause di inquinamento più rilevanti ai nostri tempi: la sua decomposizione in natura è lunga e complessa ed è aggravata dal fatto che non tutta la plastica è effettivamente riciclabile.

Nonostante la raccolta differenziata sia ormai un modo di smaltire i rifiuti largamente usato in molti paesi, essa continua ad essere dispersa nell’ambiente causando un irrimediabile inquinamento delle acque e della terra. Ma un team di ricercatori del Texas ha individuato una soluzione plausibile al problema, con la produzione in laboratorio di un enzima “mangia plastica”, che sarebbe in grado di decomporre i prodotti in PET in meno di una giornata.

L’enzima che elimina i rifiuti

Si tratta di una scoperta epocale per contrastare l’inquinamento globale da plastica, consentendone il riciclo. La “depolimerizzazione del polietilene tereftalato (PET)” arriva dal Texas e lo studio è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

Una squadra di ricercatori internazionali dei centri di University of Texas, Cockrell School of Engineering e College of Natural Science ha sviluppato infatti, per mezzo di un algoritmo, una variante enzimatica che riesce a scomporre i prodotti in plastica in tempi brevissimi che vanno da una settimana fino ad alcune ore.

L’enzima è stato ribattezzato FAST-PETase proprio perché capace di smaltire velocemente la plastica e cinque sue fibre in maniera funzionale, attiva, stabile e tollerante.

Il professore del Dipartimento di Ingegneria Chimica Hal Alper ricorda che oggi solamente il 10% della plastica mondiale viene riciclato, mentre il resto viene bruciato, essendo questo i metodo più economico e comune per smaltirla. Attraverso questi approcci enzimatici più sostenibili si può immaginare una vera economia circolare della plastica, come afferma il professor Alper.

Il FAST-PETase ha delle potenzialità in diversi campi in quanto può dare un grandissimo contributo, visto che la plastica è senza dubbio la forma di inquinamento più pericolosa e che il suo smaltimento in natura avviene in millenni. Forse questo è potenzialmente un importante passo in avanti per la salvezza del nostro pianeta.


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