Cinque serie tv per un weekend divertente

Fonti foto: cine-asie.fr; fr.socialisme.be

La disfunzione interattiva che colpisce la società attuale trova le sue origini nel ritmo accelerato della vita quotidiana delle persone, sempre più succubi della tecnologia. Tale contesto le conduce a muoversi rapidamente, a dedicarsi ad attività diverse e a dare poca attenzione a ciascuna di esse. Questo tipo di esigenze si riflette soprattutto nella domanda e nell’offerta dei servizi diretti a soddisfare i loro interessi. Uno di questi è il settore cinematografico e del piccolo schermo, che negli ultimi anni ha conosciuto una produzione senza precedenti. Piattaforme come Netflix e Amazon prime video offrono una quantità di film e serie tv elevata e variegata.

Ebbene, in vista dell’inverno Hermes Magazine dà qualche consiglio ai suoi lettori su come trascorrere il weekend a casa da soli, con parenti o amici, senza annoiarsi.

Anna

Iniziamo questa selezione con un titolo tutto italiano. Anna è il racconto di formazione del noto scrittore Niccolò Ammaniti, che viene trasposto sullo schermo divenendo una serie vera e propria di carattere distopico e surreale. Una nuova malattia, chiamata La Rossa, colpisce la Sicilia, infettando solo adulti e ragazzi che hanno superato l’età della pubertà. Glu unici immuni sono i bambini. La storia inizia quattro anni dopo la diffusione della malattia e i sopravvissuti, per sopravvivere, si uniscono in gruppi dove vige la regola del più forte.

Squid game

Nonostante le numerose critiche, non potevamo esimerci dal parlarne. Anzi, forse è proprio per tali critiche che ne parliamo. Tacciato di essere una delle serie più violente del momento, in pochi sanno che Squid game ha dovuto attendere ben dieci anni prima di essere trasmesso. Il suo ideatore infatti, Hwang Dong-hyuk, aveva tentato già molti anni fa di proporre il suo lavoro, ma nessuno lo aveva mai accettato – il povero (ormai non più) regista e sceneggiatore sudcoreano aveva avuto molti problemi economici, al punto da dover vendere anche il suo computer per tirare avanti. Dopo dieci anni, però, Netflix decide di investire nella sua storia.

Serie tv Squid game

La serie ha fatto molto discutere non soltanto per i suoi contenuti crudi e violenti (sorprendente è la naturalezza con cui, senza pietà, vengano uccise così tante persone attraverso dei giochi per bambini), ma anche per le tematiche sociali affrontate, che in Corea del Sud sono fortemente sentite.

Serie tv Squid game

Seong Gi-hun, un uomo disoccupato e divorziato, vive con sua madre e trascorre le giornate a scommettere sulle corse dei cavalli. Si indebita fin al collo e spesso ruba i soldi a sua madre. Tenta di essere un buon padre, ma non riesce nemmeno a offrire a sua figlia una cena appropriata per il suo compleanno. Quando è sul punto di crollare, ha la possibilità di partecipare a un gioco misterioso, che si rivela essere un vero e proprio massacro.

Loki

A seguito del successo del suo personaggio,  Loki  smette di essere una figura secondaria e diventa una vera e propria serie trasmessa dalla piattaforma Disney Plus. Tale lavoro ha soddisfatto le aspettative ma con una piccola riserva sullo svolgimento della storia. Molti avrebbero preferito un percorso più vicino alle scene sfavillanti e mirabolanti tipiche dei film Marvel, mentre questa volta è stata preferita un’atmosfera cupa e distopica (oseremmo dire “orwelliana”), prestando l’attenzione sul percorso di crescita ed espiazione del protagonista. Un soggetto, questo, indubbiamente più conforme ai tempi attuali.

Serie tv

Fonte foto: Flickr

It’s a sin

Disponibile in Italia su Starzplay, la serie creata da Russell T. Davies racconta in modo puntuale, attraverso le vite di Ritchie, Roscoe e Colin, cosa voleva dire essere gay negli anni ottanta. Gli elementi che colpiscono sono la ricostruzione storica precisa e l’abilità nel parlare degli eventi legati alla diffusione dell’AIDS, dei falsi miti e delle speculazioni ideologiche. Ed è curioso il nesso che questa epoca possa avere con quella attuale, soprattutto per ciò che riguarda il Coronavirus.

In effetti, all’epoca come ora, la diffusione di informazioni errate sulle malattie e su come proteggersi porta sempre a conseguenze catastrofiche, a morti e contagi evitabili. Ma l’elemento più importante che emerge in questa serie è la condizione terribile e ingiusta a cui era sottoposta la comunità gay dell’epoca, considerata sbagliata, colpevole per qualcosa che non era vero e per questo punita da Dio con l’AIDS.

Maid

Chiudiamo questo breve elenco con Maid, una serie che parla di quella violenza domestica di cui non si parla abbastanza e che resta ancora ai margini dell’attenzione sociale: gli abusi emotivi e psicologici.

Alex e Sean sembrano una coppia perfetta, sempre sorridenti e legati dal forte amore per la loro figlia Maddy. Le cose cambiano quando Sean beve e nessuno li vede. Spaventata dal comportamento del marito, Alex scappa con sua figlia in un centro antiviolenza e presto inizia a lavorare come maid (domestica), esperienza che le permetterà di conoscere altre vite difficile e di capire come cambiare la sua.