Italia: paese di poeti, santi, navigatori e super centenari. Le statistiche non ammettono errori: il Belpaese invecchia progressivamente. Le nascite diminuiscono e di contro aumenta la popolazione anziana over 80. Con il progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita – tra le più alte in Europa sia per gli uomini sia per le donne e di poco superiore a 83 anni nel 2017 (83,24 – Fonte Eurostat) – cresce altresì la quota di coloro che abbattono il muro dei 100 anni.

 

Abitudini, regime alimentare, salubrità dell’ambiente e fattori sociali ed economici giocano senza dubbio un ruolo fondamentale nel garantire un’esistenza il più possibile sana e duratura. A identificare i super centenari italiani contribuisce da un lato la ricerca medico-scientifica – attraverso lo studio delle loro peculiarità e degli stili adottati – e dall’altro un gruppo di appassionati divulgatori impegnati, con cadenza periodica, ad aggiornare, sul web, l’elenco dei nonni più longevi.

 

I numeri non mentono: stabilita l’età di partenza dai 107 anni e 4 giorni e definito il limite massimo oggi raggiunto a 111 anni e 250 giorni, dei 232 super centenari d’Italia (28 maschi e 204 femmine), 4 sono nati nel 1909; 23 nel 1911; 62 nel 1912 e 134 nel 1913. C’è pure chi è venuto al mondo nell’allora Impero Austro-Ungarico – alla vigilia della Prima Guerra Mondiale scoppiata nel 1914 – e chi addirittura nell’antico Impero Ottomano.

 

L’attuale decana d’Italia è Maria Oliva, 111 anni e 250 giorni: l’atto di nascita risale al 16 aprile 1909 in quel di Piazza Armerina (Enna, Sicilia). Nonna Maria non si è mai mossa dal suo paese. L’attuale decano d’Italia è invece Giovanni La Penna, 111 anni e 54 giorni: registrato all’anagrafe di Roseto Valfortore (Foggia, Puglia) il 29 ottobre 1909.

 

L’indagine svolta sui super nonnini non esclude a priori la possibilità di segnalazioni mai avvenute. Anzi, vi è un’alta probabilità di casi sfuggiti al censimento.

 

Altro aspetto interessante è la distribuzione geografica dei super centenari. Quanti si aspetterebbero una maggiore concentrazione nelle regioni del Sud, in virtù di una dieta voluta a prediligere soprattutto i cibi tradizionalmente legati alla cultura mediterranea, vengono smentiti dalle note inserite a margine.

 

La rappresentazione grafica è pressoché uniforme e registra, infatti, sia realtà del Nord (Veneto, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Trentino-Alto Adige); sia del Centro (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Lazio); del Sud (Campania, Puglia, Calabria) e delle isole maggiori (Sicilia e Sardegna). Uniche assenti Basilicata e Valle D’Aosta.

 

Per saperne di più: supercentenariditalia.it 

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