Per gli amanti della lettura, conoscere le novità editoriali è sempre un’importante opportunità, come aprire una finestra e ammirare le infinite occasioni di crescita, di gioia e di vita che ci sono fuori. Ed è per questo che ci teniamo che possiate dal nostro sito gustare il ventaglio di nuovi libri usciti nel mese di gennaio e previsti per questo mese di febbraio. Prendiamo in considerazione la casa editrice “Einaudi”. Ci dobbiamo affidare alle quarte di copertine e alle poche recensioni usate per il lancio editoriale, perché anche noi che scriviamo l’articolo, come voi che leggete, ancora non abbiamo avuto modo di acquistare tutte le novità, quindi fate conto di essere in libreria: lasciate che arrivi il solletico a curiosare nel libro attraverso i titoli, lasciatevi attrarre dalla copertina e spulciate tra le righe della trama per sentire la spinta amorosa verso la lettura di uno, piuttosto che di un altro libro.
Per gli appassionati dei gialli, Una rabbia semplice di Davide Longo, scrittore già noto per la saga del commissario Arcadipane e del suo mentore Bramard, sarà certo una bellissima riconferma delle doti investigative e poliziesche dell’autore.
Una rabbia semplice di Davide Longo
È una primavera malinconica per il commissario Arcadipane. Ogni strada, ogni bar, ogni osteria della città sono un ricordo. Lui, che dove gli altri crollano ha sempre trovato “terra di conquista”, ora si sente stanco; la sua intelligenza, tanto umile quanto ostinata, pare essersi assopita. A destarlo dal torpore è un episodio di violenza come ce ne sono molti dietro cui, però, si nasconde un male cosí insensato da spegnere le parole in bocca. Una donna viene picchiata fuori da una stazione della metropolitana di Torino e il colpevole rintracciato in poche ore. È proprio l’istinto a suggerirgli che qualcosa non torna in quel caso dalla soluzione elementare.
Il nuovo libro di Marco Belpoliti, Pianura, è adatto a chi preferisce una lettura introspettiva che porti a scoprire luoghi e similitudini interiori che diano nuova consapevolezza di ciò che l’essere umano è, di ciò che la vita è nel suo significato più vero.
Pianura di Marco Belpoliti
Pochi luoghi come la Pianura Padana sono allo stesso tempo evidenti e misteriosi. Marco Belpoliti, che in quelle terre c’è nato, ha intrapreso un viaggio fisico e intellettuale attraverso la Pianura Padana: ne percorre le strade, ne racconta le città e i paeselli, ma, soprattutto, ne evoca gli abitanti. Tra questi, molti amici e compagni di avventure che abitano quelle terre con la loro arte e la loro bizzarria. Ne esce cosí fuori un libro allo stesso tempo intimo e collettivo, quasi un’autobiografia in forma di paesaggio, striata di struggenti nostalgie, capace di raccontare una parte fondamentale dell’Italia. La pianura diventa anche luogo dell’anima, condizione esistenziale, traccia indelebile.
L’originalità letteraria di ogni autore di talento porta a scrivere in maniera sempre nuova di argomenti conosciuti. Si scoprono sempre nuovi volti di uno stesso sentimento. Nell’ultimo libro di Simon Stranger, Il solo modo di dirsi addio, si parla del nazismo in Norvegia in un modo toccante e unico, personale e intimo che lascerà il lettore attonito e commosso.
Il solo modo per dirsi addio di Saimon Stranger
In una strada di Trondheim, Simon Stranger si inginocchia per raccontare al figlio che, secondo la tradizione ebraica, una persona muore due volte: prima quando il suo cuore smette di battere, poi quando il suo nome viene letto, pensato o detto per l’ultima volta. Stranger costruisce un romanzo toccante sulla volontà di esorcizzare il dolore e sul tentativo di mantenere in vita i nomi di coloro che si sono persi.
L’astemio di Ian McGuire
Manchester, 1867. Stephen Doyle ha combattuto nella Guerra civile americana, ma è sempre rimasto fedele alla sua Irlanda. Doyle sostiene i suoi fratelli feniani nella lotta contro il dominio britannico: è appena arrivato da New York e la sua sete di vendetta è inestinguibile. L’agente capo James O’Connor si è trasferito a Manchester da Dublino per fuggire dall’alcol e da se stesso. Ora che i feniani terrorizzano la città, è compito suo sventarne i piani sanguinari. Ma quando il giovane Sullivan, suo nipote, decide di fare da informatore, per O’Connor comincia una vorticosa discesa agli inferi della vendetta. Un romanzo storico d’eccellenza.
Auschwitz, città tranquilla di Primo Levi
Auschwitz è stato l’alfa e l’omega dell’opera di Primo Levi: l’alfa nel 1947 con Se questo è un uomo; l’omega quarant’anni piú tardi con il suo ultimo libro, I sommersi e i salvati. Levi, però, non ha smesso mai di raccontare il Lager, e di indagarlo nell’atto stesso di raccontarlo. Costruito dal Centro internazionale di studi Primo Levi, Auschwitz, città tranquilla ci offre dieci suoi testi narrativi, incorniciati da due poesie: dodici punti di vista, inaspettati e avvincenti, sulla maggiore tragedia collettiva del Novecento.
L’esile filo della memoria di Lidia Beccaria Rolfi
Ravensbrück, 1945: Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso l’Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare. I primi anni di libertà. L’Italia del postfascismo: anni di speranze e delusioni, ingiustizie e discriminazioni, persino tra i familiari, gli amici, gli ex compagni. Il Lager è una colpa che non si deve cancellare. Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Una voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna.
Per i nuovi arrivi vi segnaliamo:
Il gioco delle ultime volte di Margherita Oggero
Ale, diciassette anni non ancora compiuti, scontenta, viziata, confusa. Lo ha sentito benissimo il rumore del tram, quando ha spiccato un balzo verso le rotaie. E Nicola, il medico che l’ha soccorsa appena arrivata in ospedale, non riesce proprio a togliersela dalla testa, quella ragazza piú vicina alla morte che alla vita. Perché lo scudo professionale certe volte è di cartapesta, e anche la bellezza può essere un coltello che allarga le nostre ferite. Davanti a sé, adesso, ha un lungo week-end da trascorrere con la moglie Teresa a Chamois, a casa di amici. Un week-end come tanti, si direbbe. Cene, passeggiate, chiacchiere davanti al camino. Ma in quei pochi giorni, per lui e per tutti gli altri, il tempo subirà un’accelerazione e procederà in tutte le direzioni. Ognuno sarà costretto a fare un bilancio della propria vita e a portare allo scoperto i segreti che nasconde persino a se stesso.
Bianco è il colore del danno di Francesca Mannocchi
Quattro anni fa Francesca Mannocchi scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. La sclerosi multipla. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all’ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l’imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni piú intime, dei non detti piú dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d’un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all’improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l’ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l’onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare. Un libro autobiografico.
Il silenzio di Don DeLillo
Quando ho letto la trama di questo libro ho avuto un brivido. E voi?Manhattan, 2022. Una coppia è in volo verso New York, di ritorno dalla loro prima vacanza dopo la pandemia. In città, in un appartamento nell’East Side, li aspettano tre loro amici per guardare tutti insieme il Super Bowl: una professoressa di fisica in pensione, suo marito e un suo ex studente geniale e visionario. Una scena come tante, un quadro di ritrovata normalità. Poi, all’improvviso, non annunciato, misterioso: il silenzio. Tutta la tecnologia digitale ammutolisce. Internet tace. I tweet, i post, i bot spariscono. Gli schermi, tutti gli schermi, che come fantasmi ci circondano ogni momento della nostra esistenza, diventano neri. Le luci si spengono, un black-out avvolge nelle tenebre la città (o il mondo intero? Del resto come fare a saperlo?) L’aereo è costretto a un atterraggio di fortuna. E addio Super Bowl. Cosa sta succedendo? È l’inizio di una guerra, o la prima ondata di un attacco terroristico? Un incidente? O è il collasso della tecnologia su se stessa, sotto il proprio tirannico peso? È l’apparizione di un buco nero, l’aprirsi di una piega dello spazio e del tempo in cui le nostre vite scivolano inesorabilmente?
Vita e morte delle antiche civiltà di Greg Woolf
Ancora una novità per gli appassionati dei romanzi storici. Dalla fine dell’Età del bronzo all’inizio del Medioevo, da Uruk ad Alessandria, da Persepoli ad Atene e Sparta, e da Cartagine a Roma, la suggestiva epopea dell’ascesa, il declino e la scomparsa delle città antiche le cui rovine non hanno mai smesso di affascinarci. Una storia naturale di guerre e politica, pestilenze e carestie, ingegno e crudeltà, trionfi e tragedie, a volte leggendaria a volte miserevole. Al suo centro il Mediterraneo, che non solo gli antichi Greci e Romani, ma anche Fenici, Etruschi, Persiani, Galli ed Egizi solcarono e popolarono instancabilmente.
La fragilità del bene di Paolo Crepet
Si fa presto a dire amare, ma quante sono le persone che possono dirsi innamorate sul serio? E quante quelle capaci di andare oltre l’innamoramento? Una cosa è certa: l’amore non può diventare un laconico messaggio lanciato nell’universo distratto, né può contare sulla probabilità che un’anima ne incroci un’altra nella notte dei giochi tecnologici. L’amore ha bisogno di essere contaminato, anche quando costa, anche quando sa di amaro e di lacrime. Sentimento «piú dogmatico dell’amore» è l’amicizia, che non conosce sfumature di comodo, che è tutto o niente, e ha bisogno di ancora piú coraggio dell’amore, perché richiede l’assoluta conquista dell’altro e la totale perdita di sé. Ultima tappa di questa guida amichevole sul sentiero della maturità affettiva è la felicità: per raggiungerla, dobbiamo impegnarci ad avviare una piccola rivoluzione della gioia e della positività. Perché essere felici può accadere molto piú spesso di quanto immaginiamo, dobbiamo solo lasciare che accada.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.